Varsavia

1Varsavia si è illusa tante volte nel corso del tempo, spesso è stata tradita dalla sorte, ma si è sempre ripresa, come risvegliandosi da un brutto sogno e ricominciando. Capitale della Polonia dal XVII secolo, totalmente distrutta durante la Seconda guerra mondiale,Varsavia è stata ricostruita e restaurata nelle sue forme originarie. Oggi Varsavia è di nuovo in auge, meta privilegiata del turismo internazionale, anche se interessante lo è sempre stata, da molto tempo prima che i viaggiatori ne apprezzassero appieno il carattere.

Percorrendo le strade costellate di ultramoderni grattaceli a specchio, intrecciati ai sobri ed eleganti edifici dalle tinte pastello e con i tetti spioventi, si avverte nell’aria un’atmosfera frizzante data certamente non solo dal freddo, ma soprattutto dall’attrattiva esercitata dai tantissimi pub, caffetterie, locali di ritrovo, ristoranti tipici e discoteche. Le giornate non finiscono mai a Varsavia.
Ci sono innumerevoli cose da vedere nella città, solo per citarne alcune: la pittoresca Piazza del Mercato, frequentata dagli artisti; il Castello Reale, la Cattedrale gotica di San Giovanni; la Chiesa di Santa Croce che custodisce l’urna con il cuore di Fryderyk Chopin; il Palazzo della Cultura e della Scienza; il Monumento al Milite Ignoto (dove avviene lo spettacolare cambio della 2guardia) e quello dedicato al famoso astronomo polacco Nicolò Copernico. Al centro di Piazza Zambowy si trova il monumento più antico della città: la Colonna di Sigismondo III Vasa (1644), il re che nel 1611 dichiarò per la prima volta Varsavia capitale; il Museo Nazionale dove si trovano le opere dei maggiori pittori polacchi e rare collezioni di vetri, ceramiche, argenti e arazzi; l’Istituto di Storia Ebraica; il Museo Marie Curie e il Museo Chopin.

Varsavia è multiforme e variegata: è una delle grandi capitali europee, è sede dell’ amministrazione centrale ed è il maggiore centro scientifico, culturale e  artistico della Polonia. Nelle sue 70 università pubbliche e private, nei tantissimi istituti scientifici, studiano più di 200 mila studenti. Una città ospitale, emergente, dove s’incrociano tante facce giovani nelle strade. Una città che ama il sapere, curiosa e discreta, dove sono frequentatissimi i centri artistici e culturali, il teatro dell’opera, l’operetta, l’opera da camera, la filarmonica, i 28 teatri, i 35 musei e le 60 gallerie d’arte.

3L’area centrale di Varsavia (Centrum) è composta da sei ben distinti distretti, un misto di aree industriali e prestigiose zone residenziali. Molte delle principali attrazioni sono localizzate nei distretti di Śródmieście, Wola e Mokotów. Il primo di questi, Śródmieście (città interna), è a sua volta composto dai quartieri di Stare Miasto (centro storico), Nowe Miasto (centro nuovo), Muranow, Powiśle, Solec, Ujazdówe e la propria Śródmieście.

Il clima a Varsavia è un po’ curioso e bizzarro. Le estati possono essere da temperate ad estremamente calde. Si consiglia di portarsi dietro vestiti leggeri per il giorno e una giacca in più per le sera, che a volte può diventare un po’ freddina. Gli inverni, d’altro canto, sono molto freddi e la neve spesso paralizza la città fermando trasporti e traffico.

A dicembre Varsavia si riempie di mercatini di Natale, molti improvvisati, come quello sulla plac Defilad, di fronte al Palazzo della Cultura e della Scienza (da tenere d’occhio anche per l’altissimo albero di Natale illuminato) e in Plac Zamkowy, di fronte al castello. Il Natale è il momento più importante dell’anno per molti polacchi e sono molteplici le antiche tradizioni che ancora oggi sopravvivono. Anche in una grande città come Varsavia, che unisce gli antichi legami della terra alla modernità e al consumismo più alla moda, le tradizioni non sono mai andate perdute. A dispetto delle molteplici difficoltà storiche, Varsavia è conosciuta per essere una città dinamica, una metropoli dallo stile occidentale.4 Il suo carattere è espresso dalla giovialità e nello spirito della sua gente, nella miscela di vecchio e nuovo che a Natale trova la sua espressione più alta. La città ha subito un’estesa opera di ricostruzione nei decenni più recenti, aumentando sempre più il flusso di visitatori. L’architettura, soprattutto quella del centro storico, racconta di secoli passati ma anche di una nuova energia ed ottimismo.

La cucina polacca non sarà famosa quanto la cucina francese o italiana, ma merita di sicuro il giusto riconoscimento per il gusto originale e l’aspetto attraente. Alcune tradizioni e ricette sono parte indigena della cultura polacca. Un esempio è la “zuppa nera”, tradizionalmente servita dai genitori di una giovane donna ad un corteggiatore indesiderato. Questa zuppa, nota anche come czernina, è preparata con il sangue di anatra o di oca, a cui si deve il colore scuro.

Varsavia mostra un’immagine della Polonia molto particolare: delinea allo stesso tempo i momenti facili e difficili di questo paese, vittima di una delle più grandi tragedie dell’epoca contemporanea.

Roberta Morano