Sicilia

Viaggio nella terra d’ammuri.
Aveva visto giusto Pierpaolo Pasolini nel suo reportage “La lunga strada di sabbia”, lavoro commissionatogli nel salvatore 31959 dalla rivista “Successo”, per monitorare il sud d’Italia, quando definì la Sicilia, “il paese dagli occhi neri”. Oggi quegli occhi sono ancora più belli, pieni di luce intrisa. Quella ruralità non c’è più, restano solo i ricordi. Per quella parte della Sicilia che si espande dalla cittadina di Castellammare del Golfo attraversando la Riserva Naturale dello Zingaro per arrivare a Scopello e proseguire per San Vito Lo Capo, punta estrema nord-est della Sicilia, il chiacchiericcio vacanziero, ovvero per la “vox populi “ del turismo nostrano e oltre, sono i Caraibi “made in Italy”. Un paesaggio da mille e una notte, uno spicchio di Sicilia magnificato da sempre dalla storia e dalla bellezza dei suoi luoghi. Le sue montagne dal colore brullo lambiscono un mare incontaminato, dove madre natura è ancora padrona della sua bellezza. I paesi siciliani si somigliano un po’ tutti, come Castellammare del Golfo, piccolo e grazioso paese, che agli occhi del turista italiano ricorda quel film-capolavoro del regista Pietro Germi “sedotta e salvatore 4abbandonata” prodotto nel lontano 1964, con una giovanissima Stefania Sandrelli e un’interpretazione magistrale del fu noto caratterista Saro Urzì, che fece conoscere all’Italia intera, usi e costumi di una Sicilia decadente e sciaguratamente ancorata ai quei valori. Oggi tutto si evolve, la ridente cittadina di Castellammare del Golfo, catapulta una gran moltitudine di turisti al suo interno, che affollano in tutte le ore, la spiaggia grande denominata “la playa” e il suo grazioso porticciolo, che assomiglia incredibilmente quello greco di Kastellorizo, l’isola del film “Mediterraneo” di Gabriele Salvatores, praticamente uno specchio d’acqua d’un verde smeraldo collocato tra le montagne. La sua “movida” è tutta lì, con le sue luci che si riflettono sul mare e il suo “al magrib”, (castello arabo) a vigilare sulla storia. Una “promenade” ricca di ristoranti dove è possibile pranzare con prodotti freschissimi, di giornata. “Chi ha la fortuna di assistere di buon mattino, l’arrivo dei pescatori sul molo, puo’ rendersi conto della ressa che si crea per accaparrarsi il pescato mattutino. I “lounge-bar rappresentano il “buen retiro” notturno dei giovani, che comodamente sorseggiano uno “zibibbo ghiacciato” eccellenza enologica della Sicilia, rapiti dalla brezza salvatore 2notturna del mare. Si difende alla grande anche una parte del centro storico denominata “i quattro canti”. Storicamente da queste parti ci sono passati proprio tutti, Arabi, Svevi, Normanni, Angioini, Spagnoli, per lasciare ai posteri, un borgo ricco di storia, dove la monumentalità delle sue costruzioni è visibile ancora oggi. Un dedalo di viuzze disegnate dalla toponomastica medioevale. Un turismo pseudo-intellettuale, sempre più esigente, ha la fortuna di lasciarsi abbracciare da tutto questo, laddove secoli fa, transitavano cavalieri in armi, oggi si beve e si discute fino a tarda ora e ci si sente partecipi della storia. I locali offrono buona musica, serate a tema sono organizzate un po’ ovunque. A pochi chilometri di auto si giunge ad un piccolo paradiso, è la Riserva Naturale dello Zingaro, un’oasi protetta di pura bellezza, severamente custodita dalle leggi vigenti in materia ambientale. Tante le taxi-barche che accompagnano i turisti alla scoperto delle grotte naturali, consentendo anche un bagno in quelle acque cristalline. Merita una menzione particolare la piccola Scopello, un paese di pescatori, dove si ha l’impressione che il tempo si sia fermato. La sua tonnara è un monumento all’arte della pesca di chi si sente pescatore nell’anima. Ma Scopello viene anche definita, la “Capri” siciliana. I suoi Faraglioni fanno da sfondo ad un paesaggio di immutevole bellezza. Segue la bellissima spiaggia di Guidaloca, con le sue acque dalle trasparenze caraibiche. Ancora qualche chilometro per arrivare a San Vito Lo Capo, ambita da un turismo sempre più numeroso e con una ricettività alberghiera crescente, sta cercando passo dopo passo un’affermazione di rilievo nello scenario turistico. Famosa per la sua spiaggia di sabbia bianca, unica in Sicilia. Un’architettura interamente araba, comunica suggestioni uniche. Oggi con l’aiuto di una pro-loco sempre più impegnata, questo paese realizza tante cose belle, come “il Festival del cous-cous”, dove convergono chef di livello internazionale per una sfida di gran pregio. La nostra bella Italia è tutta da vedere, come la nostra Sicilia, bella e sorridente, come la sua gente, accogliente e calorosa, per una vacanza da sogno.
A cura di Salvatore Cutolo