NON BASTA IL RIGORE SENZA SVILUPPO NON C’E’ FUTURO

La sensazione che si prova e’ d’impotenza, d’incredulità quando sei sull’orlo del baratro e forze concentriche inopinatamente ti spingono verso il basso. C’e’ solo un moto celebrale di ribellione nella consapevolezza dell’ingiustizia che stai subendo. Della possibilità sicura ed opportuna del salvataggio, solo che ci fosse un piccolo allentamento newsragionato alla spinta acritica e indifferente verso il basso. Parlo di economia reale, di piccole imprese, di congiuntura negativa che sembra proprio colpire i soliti non blasonati. Per anni hai ottenuto fideiussioni per i tuoi appalti. Tassi normali, garanzie accettabili. Si, le assicurazioni e le banche il vizietto del punticino in più da sfilarti dalle tasche, con le scuse più fantasiose, l’hanno sempre avuto. Ma stavolta no. Le richieste sono inaccettabili. Garanzie che si triplicano, quadruplicano verso “rischi” che solo poco tempo addietro erano normali, cose da poco, anche difronte a curriculum immacolati di aziende, cooperative, fatti di anni d’impegno, di lavoro sodo. La risposta alle più elementari obiezioni sulle abnormità garantiste a senso unico e’ una parola d’ordine che non convince: “la crisi”. Sembra un cane che si morde la coda. Da una parte niente soldi, né credito, né fideiussioni nella logica dei “conti a posto”. Dall’altra nessuna possibilità di mantenimento dei posti di lavoro, di creazione di ricchezza, che significa poi sviluppo, con tutto quello che ne consegue. Ed in tutto questo bailamme è gridata, invocata un’altra parola d’ordine che diventa, per le condizioni oggettive della gestione della contingenza attuale, ridicola e senza senso: “posti di lavoro ai giovani”. Come se i posti di lavoro si creassero per “opera e virtù dello Spirito Santo”. Come se il credito non fosse importante perché l’imprenditoria medio piccola possa avanzare. Il direttore di banca che conosci da anni e che sa bene come sono i tuoi conti aziendali, alla  richiesta di una fido o di una fideiussione, scuote la testa. Cosa complicata. E ti cita le nuove disposizioni europee, eppoi le direttive di chissà quale organismo, per concludere che c’è poco o niente da fare. Per la fideiussione ti consiglia, bontà sua,  un broker assicurativo che forse riuscirà a trovare una compagnia che ti risolverà il problema. E tu a spiegare, ad invocare, a supplicare che entro la tal data hai bisogno di quella maledetta assicurazione per poter partecipare alla gara che se vinta porterà anche nelle casse della banca un giro di soldi di oltre quindici milioni di euro in tre anni e manterrà cento posti di lavoro.  Che per quella cifra la banca può pur emettere una garanzia di un milione e cinquecento mila euro; che c’è l’appartamento a tutela dell’esposizione. Ma soprattutto c’è la storia dell’impresa e dell’imprenditore. Niente da fare. I tempi sono cambiati. La crisi… e giù nella solita litania che s’interrompe solo per darti uno spiraglio possibilista: un milione e mezzo di titoli, o di soldi veri, a garanzia della garanzia. Franz Kafka cose così kafkiane non se le sarebbe mai sognate. Non ti resta che salutare ed andare dal broker che, bontà sua, il direttore ti ha consigliato. La trafila è super giù la stessa. Il racconto dettagliato dell’operazione, dei beni al sole che hai a disposizione, a che ti serve quella copertura “cosi’ alta” e via dicendo. Quando comunichi che il giorno tal dei tali devi avere quel pezzo “maledetto” di carta, la risposta è tranchant: “troppo poco tempo”. Ti viene il dubbio che se anche dei dieci giorni che hai a disposizione per presentare la fideiussione ne avessi avuti trenta o quaranta lui, il broker, sempre quella risposta t’avrebbe dato. Finalmente la ricerca ha inizio. Sei fiducioso che il problema è in via di soluzione quando t’arriva addosso inaspettata una caldaia d’acqua bollente. E’ la vocina incazzata del tuo agente assicurativo che ti contesta slealtà di comportamento: il tuo, s’intende. Al tuo cader dalle nuvole l’uomo diventa un inquisitore puntiglioso e sgarbato: “Ha dato lei ad altro agente l’esclusiva per l’operazione? Si è rivolto ad altro broker…? Ci pensi e rispondi in buona fede che non hai dato alcuna esclusiva, hai solo chiesto ad un amico un consiglio e questo ha girato la richiesta al suo assicuratore. Siamo o non siamo in un Paese dove la concorrenza non è reato? Pare che non sia così, che sto correndo il rischio di non avere la garanzia per la mia sciagurataggine. Le compagnie assicurative non amano certi giochetti. Fine della storia. Ho avuto alla fine due offerte per il milione e mezzo di fideiussione triennale a garanzia della buona esecuzione dell’opera da appaltarsi. Una che prevede la coobligazione di tutti i soci del consorzio, più ipoteca legale sull’appartamento di proprietà,  più pagamento di euro 190 mila, più  euro 15 mila  per consulenza e spese per istruttoria. L’altra, quella del mio amico, prevede solo una coobligazione dei soci, più il pagamento tutto compreso di 40 mila e 700 euro, più 7000 euro per eventuali proroghe. Qualche protettore che ho in cielo mi ha aiutato. Ma c’è qualcosa che non va. Forse le autorità di vigilanza del settore dovrebbero indagare.

di Elia Fiorillo