LE STAMINALI ADULTE COME AGENTI KILLER

diabetesDagli Stati Uniti, Camillo Ricordi, direttore dell’Istituto di Ricerca di Diabete di Miami, ha recentemente annunciato una strategia innovativa basata sul trapianto di cellule del pancreas per una malattia che affligge circa 240 milioni di persone, il diabete.

Per ora, tale logistica si basa sull’estrazione e purificazione delle isole di Langerhans, grappoli di cellule endocrine che contengono le cellule beta produttrici di insulina. Le isole vengono trapiantate nel fegato del ricevente, inducendo tale organo a diventare un doppio organo nella funzione. Questi trapianti sono tutt’ora sperimentali e sono l’oggetto di indagini approvate dalla Fda, l’ente governativo statunitense che si occupa della sicurezza. I lavori sono sponsorizzati dal Dipartimento della salute in Nord America ed Europa e dovrebbero essere completati nel giro di un anno e mezzo,

ma ci sono ancora grossi limiti da superare.

Il problema è che tutt’ora questi trapianti sono limitati ai casi più gravi di diabete perché richiedono il trattamento dei pazienti con farmaci anti-rigetto che comportano rischi ed effetti collaterali da valutare con attenzione.

staminaliIl trapianto di isole pancreatiche rimane il prototipo di terapia cellulare per il diabete e la base per future terapie cellulari con cellule che producano insulina derivata da staminali.

Si stanno studiando metodi per fare a meno dei farmaci anti-rigetto. Appena tali tecniche si concretizzeranno, sarà necessario disporre di una fonte illimitata di cellule che producano insulina.

Si stanno esaminando anche altre fonti, come il sangue del cordone ombelicale e, più recentemente, il tessuto adiposo che rappresenta un’ottima fonte di staminali nell’adulto. Il vantaggio di riprogrammare cellule staminali provenienti dal proprio tessuto adiposo per farle diventare insulino-secernenti sta proprio nel fatto che ogni paziente potrebbe diventare la fonte stessa della propria cura. Essendo le proprie cellule, se si riesce ad evitare la ricorrenza della malattia autoimmune che ha provocato il diabete inizialmente, non occorrerebbe più effettuare terapia anti-rigetto.

Le terapie cellulari per il diabete offrono un’alternativa alle terapie farmacologiche perché hanno l’obiettivo di curare e risolvere la condizione e non semplicemente trattarla in senso migliorativo senza avere un impatto sulla frequenza di una patologia ormai, ad andamento epidemico in tutto il mondo. Il futuro del trattamento del diabete richiederà una terapia cellulare o una strategia di medicina rigenerativa perché i trapianti rappresentano soltanto una prima fase a cui, eventualmente, seguiranno strategie di rigenerazione cellulare a partire da precursori già presenti nel tessuti dei pazienti stessi.

Si guarda al futuro dei trapianti come l’eliminazione della necessità del trapianto stesso, mediante prevenzione del danno permanente alla funzione di un organo o grazie alla rigenerazione della funzione compromessa.

A cura di Valeria Sorrentino