LAMPEDUSA: ARRESTO PER UNDICI TUNISINI E DUE TRAGHETTI PER I PROFUGHI

Lampedusa-guerrigliaIn seguito alla rivolta di martedì, culminata con l’incendio del centro di accoglienza di Lampedusa, indice di un primo atto della guerriglia urbana, sono stati trasferiti nel carcere di Petrusa, ad Agrigento, undici tunisini fermati dalla squadra mobile.
Per quattro dei tunisini arrestati, l’accusa è legata all’incendio che ha semidistrutto il centro di accoglienza dell’isola; i reati contestati al momento sono quelli di incendio, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Gli altri, invece, sono stati fermati per violazione della legge sull’immigrazione, in quanto ritenuti gli scafisti degli sbarchi che nelle ultime settimane avevano riempito la struttura di contrada imbriacola, contenente fino a circa 1.400 nordafricani, tutti destinati al rimpatrio.
rivolta-lampedusa-456x308A Lampedusa, durante la notte sono stati trasferiti dall’isola con voli militari, circa 300 migranti. Gli extracomunitari sono rimasti nei capannoni del centro di accoglienza non danneggiati dall’incendio. I migranti che non saranno subito rimpatriati in aereo da Palermo, verranno ospitati su due navi già presenti nel porto del capoluogo.

Il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, ha affermato di essere più sereno dopo il trasferimento di immigrati tunisini che hanno messo “a ferro e fuoco” la sua isola.
Ieri è salita la tensione quando, nei pressi di un distributore di benzina, un gruppo di migranti ha minacciato di far salire in aria due bombole di gas rubate da un ristorante. A ciò è seguita una fitta sassaiola del lampedusani contro i tunisini e la carica di polizia ha allontanato gli immigrati asserragliati nell’area della pompa di benzina.
“Sono stato molto preoccupato, ma oggi la situazione è migliorata” – le parole del sindaco De Rubeis. Ha anche aggiunto che i festeggiamenti per la processione della Santa Patrona dell’isola, la Madonna di Porto Salvo, che hanno rischiato di saltare per gli scontri di ieri, si terranno regolarmente.

Mario Sabljakovic