L’Italia fa… acqua da tutte le parti: le due facce del nostro primato idrico

asA quanto pare, la pecca dell’Italia (e degli italiani) continua ad essere il non saper valorizzare i propri “punti forti”: quando è infatti stato ampiamente dimostrato che “i risultati sugli acquedotti campione in Italia mostrano un buon adempimento dei limiti fissati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per i metalli pesanti nell’acqua potabile”, nel nostro Paese continua ad andare a vele spiegate l’utilizzo dell’acqua in bottiglia, più dannosa per l’ambiente (novemila tonnellate di CO2 l’anno sarebbero evitate con l’utilizzo dell’acqua pubblica), più costosa (da cinquecento a mille volte più dell’acqua “di casa”) e, a dispetto della maggior parte dei preconcetti, e sicuramente degli sbandieramenti pubblicitari, anche meno affidabile: infatti, per quanto riguarda test e ricerche, gli stessi risultati positivi dell’acqua del rubinetto non sono raggiunti; in un quinto dei casi, il contenuto delle “bottiglie d’acqua minerale, benefica, purissima, controllatissima” non era poi così “cristallino” quanto millantato: in alcuni casi, è pervenuta ai test la presenza di solfuri, clorati, arsenico e altri composti, e in ogni caso si è chiaramente visto che non sempre le suddette sono di qualità superiore rispetto all’acqua del rubinetto, e diverse volte è persino il contrario.
Più “plebea e sempliciotta”, ma a quanto pare più genuina e rispettosa dell’ambiente (e del portafogli); tuttavia, l’Italia risulta prima in Europa (e seconda solo al Messico nella classifica mondiale, seguita nientedimeno che dagli Emirati Arabi) per consumo pro capite di acqua imbottigliata.
L’acqua comprata nei supermercati sarebbe, dunque, solo un’esigenza creata dal consumismo; tuttavia, per i più “sospettosi” ed esigenti, esiste una sorta di “via di mezzo” tra acqua del rubinetto e acqua confezionata: è infatti reperibile sul mercato un’ambia gamma di filtri per acqua potabile; popolari le caraffe filtranti (esistono anche quelle che producono acqua frizzante!), che consentirebbero una spesa iniziale comunque irrisoria, e un risparmio medio di 250 euro a famiglia, per non parlare in termini di sollievo per la propria “coscienza verde”.

Germana de Angelis