Kolja Kugler, padre del primo bassista robotico

dvgSe è vero che in tempo di crisi ci si ingegna a riciclare e soprattutto riutilizzare il più possibile, è anche vero che normalmente ciò non viene fatto in maniera particolarmente geniale. È diverso il caso del tedesco Kolja Kugler che, altra differenza che lo distingue dalle tante persone del caso, non lo fa per un fattore di risparmio economico, bensì per realizzare il suo sogno: quello di costruire un’intera band musicale a base di… rottami! In un’intervista per il quotidiano Repubblica, il 39enne berlinese ha infatti affermato: “Realizzare un complesso musicale formato interamente da robot è sempre stato il mio sogno. Per il momento ne ho costruito uno, che sa suonare anche il basso e che per ora conosce due canzoni, ma presto amplierò il suo repertorio”. In questi anni Kolja ha raccolto e riplasmato più di 250 kg di rottami, che ha poi rimontato a formare i suoi androidi, gli stessi con cui allestisce gli spettacolini con cui si dilettano i suoi concittadini la domenica pomeriggio, nel Mauerpark di Berlino. Il bassista robot alto più di tre metri non è infatti la prima creatura nata dall’ingegno dell’estroso meccanico-artista, che durante i primi anni Novanta collaborò con la Mutoid Waste Company, il movimento artistico avanguardista fondato da Joe Rush; il suddetto movimento, nato in Gran Bretagna negli anni Ottanta, ha lasciato un segno tangibile anche in Italia, dove a Santarcangelo di Romagna è ancora presente Mutonia, un cosiddetto “villaggio degli scarti” sede di diverse sculture e opere d’arte a base di rifiuti e residui industriali originalmente rielaborati e riassemblati.

In attesa di vedere i prossimi componenti di questa band metallica, e senza dubbio curiosi per quanto riguarda le loro prodezze (e produzioni) musicali, sapientemente articolate da Kolja tramite una tastiera, siamo almeno certi che non potranno in alcun modo essere peggiori di alcune performance e “opere” dei vari Dari o Marco Marfè già presenti (più o meno, e fortunatamente più meno che più) sulla moderna scena musicale…

Germana de Angelis