Il tradimento non trionfa mai

Cara Rossella,

da tempo immagino di tradire mio marito…Ogni tanto prendo una sbandata col pensiero e fantastico, LETTERA 1sognando che il “compagno” di turno mi circondi di affetto, dica parole dolci, dia baci appassionati… insomma che mi travolga con la sua passione.  Io so che lui , mio marito, realmente mi ha tradita più volte, sia con una collega che con una sua parente ed io vorrei fare altrettanto, per rendergli la pariglia, ma non riuscendoci praticamente per la mia educazione ed i miei principi morali, sfogo la mia rabbia ed il mio risentimento, inventandomi rapporti amorosi con persone che conosco e che mi piacciono.  Solo così mi vendico dei suoi ignobili tradimenti anche se sento di amarlo ancora, malgrado mi abbia più volte esortato a diventare una “coppia aperta”.

Giovanna

Cara Giovanna,

tradire con la mente o con il corpo è un “sintomo”, nel senso che ti fa comprendere che il partner non lo ami più. E allora a cosa serve rimanere in coppia se in questo modo cerchiamo di liberarci da un legame che non si vuole più? Che senso ha portare avanti una “commedia” dove gli interpreti sognano vite separate, boccacceschi incontri, romantici idilli ma con altri partner? Ognuno ha il proprio giudizio, il proprio parere sul tipo di tradimento, cioè se è del cuore o dell’atto fisico fine a se stesso, ma la conclusione è la stessa : qualcosa è cambiato, è finito si è rotto. E a che serve continuare a fingere? Forse per timore dei commenti esterni? Meglio dichiarare ufficialmente che esiste una separazione “onesta” al posto di disonesti intrallazzi extraconiugali, dove l’unica cosa che veramente non esiste più è il rispetto. Molti asseriscono che la fedeltà è un concetto superato eppure la fedeltà esiste. E se ad un certo punto della vita ci si sente disorientati, se ci si accorge che stanno cedendo i valori che regolano il rapporto perché stimoli nuovi ed offerte invitanti tentano a volte anche il cuore più nobile ed innamorato, in nome della trasgressione, del piacere fisico o mentale, ben venga la scelta di un momento di riflessione.  Se nella nostra società troppo permissiva e spesso immorale, la fedeltà viene derisa e considerata “superata”, nei sentimenti di ognuno dovrebbe ricoprire la giusta valenza di rispetto, costanza, dedizione, devozione, lealtà. E se non gode di seguaci attenti, ancor più ribadisco “ viva la fedeltà” in nome dell’amore autentico, perché il vero amore richiede impegno, responsabilità, premure, serietà. Meglio quindi abbracciare con coraggio le difficoltà di un momento di crisi che abbandonarsi al vuoto assoluto di un inutile tradimento.

Rossella Argo

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