Il fascino della gentilezza

gentilezza. jpgCara Rossella,

sono preoccupata per il comportamento dell’unico figlio maschio, “luce dei miei occhi”. Dopo anni di fidanzamento  e prossimo al matrimonio con una bella ragazza benestante, elegante, raffinata, forse un po’ superba ed ambiziosa, laureata anche lei in medicina, ha improvvisamente lasciato questa perché, parole sue, “perdutamente rapito dai modi semplici e garbati “ di un’altra che recentemente ci ha fatto conoscere : insignificante, bruttina, alquanto modesta. Amici e parenti sono stupiti per l’inatteso cambiamento, anche perché tra la precedente e quest’ultima, almeno apparentemente, non esiste paragone! L’unico che sorride felice e beato per questa scelta è mio marito, che approva entusiasta la decisione del figlio, motivandola come “trionfo della semplicità e della gentilezza”. Francamente non riesco a comprendere le motivazioni, ancora frastornata dalla rapidità con cui si è evoluta la situazione, ma osservando la felicità e la serenità che traspare dallo sguardo di nostro figlio, devo ammettere che forse mio marito ha ragione.

Milly

Cara Milly,

in un mondo dove competitività, arroganza, indifferenza, aggressività, e prepotenza dilagano i rapporti fra esseri umani sono sempre meno autentici e sempre più formali, la gentilezza è rara e disarmante. Tuo figlio è stato attratto dall’armonia che circonda una persona dal cuore gentile e come non dargli ragione?  La gentilezza è ormai virtù sempre più rara, forse quasi dimenticata, simbolo di rispetto ed attenzione nei riguardi del prossimo. E tuo marito, molto più scrupoloso di te, ha approvato la scelta perché le buone maniere, l’animo delicato e gentile della ragazza attuale, regalando benessere e serenità a chi le sta intorno, hanno superato, in un ipotetico punteggio, la bellezza, la classe, l’eleganza della precedente fidanzata che forse non brillava per dolcezza, pazienza, cortesia, umiltà, rispetto, lealtà, gratitudine, capacità di chiedere scusa. Spesso, colpiti dall’apparenza, da forme ipocrite, formali o fintamente educate, non diamo valore a quelle piccole sfumature di sentimenti garbati, forse considerati insignificanti o “perdenti”  se paragonati all’aggressività, all’arroganza di quelli che la società odierna proclama “vincenti”. Eppure essere gentili, non significa essere deboli, inetti, sottomessi, arrendevoli,indifesi o servili, al contrario! Spesso ho notato persone gentili e per questo considerate poco persuasive o poco incisive, uscire vincenti in molte occasioni, spiazzando e distruggendo l’aggressività negativa di chi stavano fronteggiando, mostrando una notevole forza intellettiva, capace di destabilizzare l’onnipotenza dell’arrogante, del volgare, del maleducato, del borioso. Come poter dar torto a tuo figlio della scelta compiuta? Ha scelto semplicemente seguendo l’istinto del cuore, uno dei migliori modi per essere sereno in questa intricatissima giungla che chiamiamo “vita”.

A cura di Rossella Argo

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