I BENEFICI CHE L’ARIA APERTA OFFRE ALLA VISTA

bambini-allapertoSecondo uno studio presentato all’American Academy of Ophthalmology, per bambini ed adolescenti, ogni ora in più alla settimana trascorsa all’aria aperta fa diminuire la probabilità di diventare miopi del 2%. Pare che non siamo più in grado di guardare lontano. Abituati ad osservare schermi o fogli di carta, gli occhi hanno perso l’abitudine di guardare l’orizzonte. Conseguenza di ciò è la miopia nei paesi industrializzati. Negli Stai Uniti, il disturbo della vista più comune è passata dal 25% al 42%. Singapore, con l’incidenza più alta del mondo, arriva all’80%, mentre un italiano su quattro è miope. Questa volta, libri, tv e computer sono innocenti; le principali nemiche sembrano essere le ore non trascorse all’aria aperta.

Smiopiaecondo i dati presentati da due ricercatori dell’università di Cambridge, i ragazzi che indossano gli occhiali hanno l’abitudine di trascorrere fuori casa 3,7 ore alla settimana in meno rispetto a quelli con dieci diottrie.

I benefici per cui l’aria aperta protegge dalla miopia, sono due. La luce naturale, più brillante delle lampadine, che protegge la forma del bulbo oculare stimolando nella retina la produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che svolge la funzione di limitare la crescita del bulbo oculare; e la capacità dei nostri occhi, quando siamo all’aperto, di mettere a fuoco oggetti più lontani.

La ricerca dell’università inglese mette insieme i risultati di otto studi condotti negli ultimi quattro anni, per un totale di 10.400 fra bambini ed adolescenti osservati, in cui, da un lato si misura la qualità della vista e dall’altro, lo stile di vita. E’ miopia-e-bambini-rischi-minori-se-stanno-allaria-apertaapparso molto chiaro il legame fra la salute degli occhi ed il tempo trascorso fuori casa, e nessun dato ha dimostrato che la miopia sia effetto diretto delle ore passate sui libri, davanti alla tv o mettendo a fuoco oggetti che si trovano ad una distanza di circa 30 centimetri. Sembra dunque sfasata anche l’idea secondo cui lettura e schermi stanchino gli occhi causando la deformazione del bulbo oculare.

Non è un caso dunque, che i cosiddetti “bambini con l’occhio di aquila”, sono quelli studiati in Australia, paese dalla luce chiara e dagli orizzonti vasti, in cui le ore passate all’aria aperta, 14 alla settimana, sono molte di più rispetto a Singapore, appena 3 ore alla settimana.

A cura di Valeria Sorrentino.