Fatto di Cronaca

cronacaVenerdì 20 marzo ore 20,45
Sabato 21 Marzo ore 20,45
Domenica 22 Marzo ore 18,30

Regia di Tina Bianco e Angelo Germoglio
Per info e prenotazioni 081.5932381 – 3387457724
UNIONE ITALIANA LIBERO TEATRO ASSOCIAZIONE CULTURALE TEATRALE “LUNA NOVA”
La Compagnia teatrale nasce nel 1993, fondata a Napoli dall’attuale presidente Angelo Germoglio con il nome di “Senz’arte né Parte”, nel 2007 si rifonda e si ricostituisce cambiando struttura organizzativa e nome trasformandosi appunto in ”LUNA NOVA”.
Scopo principale della Compagnia è di diffondere e promuovere l’arte, la cultura teatrale e laddove possibile svolgere anche funzione sociale.
cronaca2“Fatto di cronaca” fra i testi di Viviani, è forse uno di quelli dalla storia più complessa e particolare. La commedia scritta e rappresentata nel 1922, riscosse grande successo sia in Italia che all’estero; negli anni ottanta fu ripresa dalla compagnia “Gli Ipocriti” e rappresentata con ampio consenso fino all’Australia.
La storia nasce in un’atmosfera gioiosa, allegra, com’era una volta nelle cosiddette feste periodiche. E’ il 24 giugno, San Giovanni e su una terrazza di Cariati, al corso Vittorio Emanuele, si festeggia l’onomastico dell’anziano padrone di casa. Si canta, si balla, e in questo clima di allegra euforia si intrecciano vecchi e nuovi amori. “Femmene e uommene vasateve”, grida Scemulillo comandando la quadriglia, quando l’improvviso ed inatteso arrivo di Arturo interrompe bruscamente la festa. La tensione sale e in un imbarazzato silenzio gli invitati vanno via. Scemulillo no, è costretto a rimanere diventando così suo malgrado unico testimone “d’o fatto”.
Da questo momento viene fuori la forza espressiva di quel popolo tanto caro all’autore: le voci di strada si uniscono in un coro unanime, solidale, a difesa di un innocente da salvare. La commedia prende i contorni di un dramma psicologico che si rifà ai grandi temi della tragedia greca, in cui la “vittima sacrificale” aggiunge alla sua naturale emarginazione, alla sua fisiologica ebetudine, la fuga, “riparo artificioso” nella pazzia.
Ancora una volta affrontiamo un testo vivianeo, con la consapevolezza e il rispetto per l’immensa arte del drammaturgo napoletano.
“Il mio teatro è fatto di suoni, di voci, di canti…le cose mie non rassomigliano a quelle degli altri, perché fortunatamente le ignoro, vedo tutto vergine davanti ai miei occhi, campi sterminati da mietere…” Raffaele Viviani.

a cura di Salvatore Mondò