Disabilità

Idisabilitàl numero delle persone che esprimerebbero uno spontaneo desiderio di convivere e condividere la propria vita con un disabile è davvero esiguo. E questo non tanto per un istintivo sentimento egoistico, che sarebbe comunque preferibile a un falso perbenismo che si è ormai diffuso nella società odierna, ma quanto piuttosto per le numerose difficoltà e il continuo impegno che questa condizione comporta. Chi non ha diretta esperienza della disabilità, in effetti, non può fare altro che considerarla una situazione particolare di diversità. Il bisogno d’attenzione e le cure costanti di cui una persona diversamente abile necessita sono spesso completamente ignorati. Si tende a dimenticare con molta facilità che quest’ultima ha un nome, un corpo, un cuore e dei sentimenti proprio come chiunque altro. Tuttavia, un disabile cambia inevitabilmente l’esistenza. Nonostante i medicinali sempre più specifici, i metodi avanzati di fisioterapia e gli ausili ortopedici all’avanguardia, infatti, le persone che lo circondano sono, per così, dire obbligate a ricostruire una vita scandita da ritmi differenti. E di certo non è semplice accettare la realtà, soprattutto quando si spera sempre che qualcosa possa cambiare o, per lo meno, migliorare. Numerosi sono i familiari che razionalmente percepiscono le difficoltà che condizioneranno la vita dei loro cari, ma che affettivamente non riescono a rassegnarsi a un destino già deciso. Quando si convive con una persona obbligata a dipendere da un’altra per ogni singolo movimento, inoltre, non è difficile soccombere a un profondo senso d’impotenza. Eppure, trascorrere del tempo insieme a un disabile significa anche aprire la mente a un mondo completamente nuovo, a punto di vista più flessibile che spinge, alla fine, a considerare nella norma ciò che per gli altri è la diversità.

Rosamaria Cinquegrana