Design: mobili per l’infanzia

Quando in una famiglia arriva un bambino, la vita non è più la stessa, e nemmeno la casa. Si parla tanto delle notti FOTO CASA E TECNOLOGIAinsonni, delle abitudini sconvolte, della mancanza di tempo da dedicare a sé, dei viaggi che, da intercontinentali, diventano al massimo interregionali, ma in genere si tace, o per lo meno si sopporta con muta rassegnazione, la radicale trasformazione che avviene nelle dimore abitate dai nanerottoli urlanti. Non importa quanto prima si fosse maniaci dell’ordine e dello stile, non incide il fatto di essersi affidati al miglior architetto per arredare la zona living, e nemmeno un abbonamento a qualche rivista di interior design può fare la differenza: quando si diventa genitori la casa peggiora in modo radicale, e non solo per il disordine pericolosamente tendente all’entropia, dal quale quindi non si torna più indietro, ma anche per la repentina invasione di quella assurda categoria di prodotti chiamata “mobili per l’infanzia”. Dalla culla al seggiolone, dal box al lettino da campo e via dicendo, tutti questi oggetti sembrano disegnati con il solo scopo di insultare il buon gusto, in un tripudio di plastica, colori primari e simpatici animaletti decorativi. In fondo si comincia sempre così, cedendo alla tenerezza di un orsetto in bassorilievo, che in teoria dovrebbe vegliare sui sogni dei più piccoli, e in men che non si dica non c’è più una sola stanza immune dal peggio dell’estetica disneyana.

COMPROMESSI – D’altra parte non si può nemmeno decidere di far crescere i propri figli in un perenne incubo razionalista fatto di spigoli taglienti e superfici dure come la pietra. Urge insomma un compromesso che però, a ben guardare, è davvero a portata di mano. Un altro baby design è davvero possibile: sono infatti diverse le aziende che, consce di questo annoso problema, hanno deciso di dedicare alcune linee all’infanzia. Lo ha fatto per esempio Magis con Me Too, cercando di ripensare i mobili per bambini superando i soliti luoghi comuni. I risultati possono essere sorprendenti, e talmente poetici e belli da fare invidia agli arredi per gli adulti. Perché in realtà dai bambini anche il design può imparare molto, a cominciare dal gusto di guardare le cose senza pregiudizi e di liberare la creatività divertendosi con essa. Non è certo un caso se alcuni marchi particolarmente vocati a uno stile ironico e controcorrente, come per esempio Adrenalina o Seletti, devono solo ridurre le dimensioni dei propri pezzi più rappresentativi per offrire mobili che sembrano usciti dall’immaginazione di un bambino. Ancora più emblematico il caso di Kartell, azienda cult di design il cui intero catalogo si presta perfettamente a interpretare anche gli ambienti dei più piccoli. Stesso discorso vale per Lago, Slide e tantissimi altri marchi. C’è un patrimonio enorme di mobili carichi di energia, colore e originalità che potrebbero rispondere perfettamente anche alle esigenze dei bambini e dei ragazzini. Sarebbe meglio esplorarlo prima di cedere alla tentazione di certe soluzioni platealmente kitsch, che spopolano per esempio nelle le famigerate “camerette”. Anche perché, visti i tempi duri in cui viviamo e l’indole inguaribilmente mammona degli italiani, si corre il rischio di ritrovarsi un giorno con dei barbuti quarantenni che non si decidono a lasciare il comodo nido anche se costretti a dormine ancora nel letto marchiato topolino… Molto meglio arredare gli spazi dei giovanissimi in modo giovane sì, ma un po’ lungimirante, con pochi pezzi mignon ma talmente belli da essere già dei classici, e quindi un piccolo investimento