Colimoro: “Ora un’azione ancora più concreta per il Mezzogiorno e la Campania”

Conclusesi le operazioni di voto per il rinnovo degli organismi Inpgi, l’Istituto di Previdenza dei Giornalisti, che hanno visto coinvolti i giornalisti di tutte le regioni d’Italia, in Campania è risultato paoloprimo degli eletti al Consiglio Generale, Enzo Colimoro, Presidente dell’ Assostampa e Consigliere Nazionale Federazione Stampa, con 393 voti (circa 55%). È arrivata seconda, con 57 preferenze, in meno, Rossana Russo (circa 47%), Consigliere dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, candidata nello schieramento avversario.

Il dato della Campania è particolarmente rilevante sia sul piano nazionale, visto che si tratta della terza regione d’Italia per numero di giornalisti, sia a livello locale visto il momento particolarmente complesso che sta attraversando la categoria.

“Il risultato elettorale – dichiara Enzo Colimoro – mi dà l’obbligo morale di provare a prendere in mano le redini della professione, insieme agli amici e colleghi che hanno condotto con me questa battaglia fino alla recente vittoria. Saremo sempre più presenti, offrendo ad ogni giornalista un saldo punto di riferimento, studiando, col Sindacato e l’Istituto di Previdenza, possibilità di contratti differenziati, da quelli per i colleghi della carta stampata, visti i numerosi stati di crisi dichiarati dai giornali, a quelli per i giornalisti televisivi, visto che, nei prossimi mesi, sarà alto il rischio di contrazione del lavoro nell’ emittenza privata, fino ai nuovi scenari offerti dal web, che trasformano velocemente il mondo dei mass media.

Questa elezione cosi larga in termini di consenso –continua Colimoro- impone un’azione ancora più concreta per il Mezzogiorno e la Campania, per l’autonomia e la difesa dei giornalisti, soprattutto attraverso il Sindacato e l’Istituto di Previdenza. Come Inpgi la battaglia è creare condizioni agevolate per immettere nel mercato colleghi già iscritti e limitare l’accesso attraverso le scuole, che, senza versare un euro di contributo alla previdenza, sfornano ogni anno colleghi a ritmo industriale, e danno più l’idea di essere una fabbrica di voti per chi, con false promesse e subdole comunicazioni, affolla ed affama un mercato già affollato ed affamato di suo. Gli Ordini regionali non possono continuare nell’opera d’iscrizione, devastando la professione ed il mercato del lavoro e riversando sul Sindacato problemi che il Sindacato non crea ”.