Censura “senza giusto processo” di Internet, petizioni e proteste contro l’Agcom

ImmagineUltimamente in Italia sembra vada di moda occuparsi di processi; ma dal processo breve al processo nullo c’è una bella differenza, e l’unica cosa che sembra uguale è il coro di indignazione e protesta che si leva in proposito. Petizioni, manifestazioni, dissenso e proteste infuocate sorgono contro la decisione dell’Agcom, l’Autorità Garante per le Comunicazioni, di rimuovere contenuti per via amministrativa in seguito a semplici segnalazioni di violazione dei diritti di copyright, senza passare per il sistema giudiziario.

Così, un semplice sospetto di violazione dei diritti d’autore potrebbe portare all’oscuramento e alla cancellazione della pagine, indipendentemente che esse siano portali, banche dati, siti privati e blog, no profit oppure a scopo di lucro; peraltro, né gli utenti né i proprietari, a quanto pare, avranno il lusso di essere avvisati qualora la loro pagina fosse sospettata di violazione di copyright, in quanto l’ordine di rimozione del sito sarà inoltrata solo agli Internet Service Provider (Isp), ovvero le piattaforme che “ospitano “ il contenuto (come ad esempio YouTube oppure Wikileaks, per intenderci). Il modo pressoché arbitrario, bastando solo la segnalazione di una presunta infrazione da parte dei detentori dei diritti a determinare la censura, e l’assenza di controllo d’ufficio del giudice, sono condizioni che hanno scosso non poco gli animi: molte associazioni, come per esempio Agorà Digitale e la celebre Avaaz, l’organizzazione civica internazionale fondata nel 2007, il cui sito potrebbe rischiare esso stesso la censura, hanno dato il via a petizioni al fine di impedire l’applicazione delle nuove norme, giudicate incostituzionali; cliccando qui potrete trovare il link per partecipare all’istanza di Avaaz. “Faremo ricorso a tutti gli strumenti, anche giuridici, per bloccare la manovra dell’Agcom. Se costretti ci rivolgeremo al Tar (Tribunale amministrativo regionale). Ma crediamo che sia necessaria una mobilitazione più ampia che coinvolga l’opinione pubblica, in rete ma anche fuori da essa, università, editori, le grandi piattaforme online, e il mondo della politica che sembra essersi ora accorto della importante funzione generale svolta da Internet come luogo di realizzazione di libertà e diritti fondamentali.”, afferma Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale.

Germana de Angelis