Camici bianchi e voli di gabbiano

sfbfsRacconti

Anna

Il buio era una pelle secca che graffiava il viso prosciugando gli occhi. C’era una strana luminescenza in fondo al corridoio. Non era proprio sicura che fosse l’effetto del suo telefonino aperto come torcia. Come uno specchio opaco .
Capitava ogni tanto , lo sapeva , che la corrente mancasse.
Non era certo la prima volta .
Ma questa volta era sola , in quel lungo corridoio ,impreparata alla necessità di ritrovare la via di uscita al buio !
Il turno delle dieci era finito da un pezzo , non c’era da sperare di incontrare qualcuno che potesse accompagnarla e per uscire direttamente al garage , quella era la strada più breve. Ma era mancata la luce !
In Ospedale non c’è da aver paura !
Così si era detta .
Le colleghe del suo smonto erano tutte già andate via .
Da chi farsi accompagnare ?
Si era voluta trattenere al letto di quella povera disgraziata della stanza 214 .
Non aveva avuto la forza di staccarsi da quel viso sofferente , grazioso . Da quel corpo ricoperto di garze . Le aveva più volte stretto la mano facendole coraggio .
C’era stato un incidente .
L’avevano portata sanguinante ,direttamente dal pronto soccorso in sala operatoria.
Milza asportata , frattura del femore , contusioni multiple etc. così diceva la cartella clinica cui aveva dato una sbirciata .
E poi quella figura così disperata del fidanzato |!
Era arrivato trafelato dopo poco che la poveretta era stata riportata dalla sala operatoria nella stanza .
Qualcuno doveva averlo avvisato dell’incidente ma , come aveva subito intuito , nessuno gli aveva detto che Lucia ,la disgraziata , non era sola sulla moto , al momento dell’incidente .Erano in due .
Dell’altro , un bel ragazzo , trasferito in Rianimazione dopo l’intervento per trauma ed ematoma cerebrale nessuno parlava.!
Perciò il fidanzato non immaginava che la sua Lucia stesse in sella insieme ad un altro .
Tutti a coprire la verità !
Comunque era lì che piangeva e si disperava chiedendosi come era stato possibile che la sua , Lucia stesse lì , così ridotta ….
Era la sua vita…. Ma dove stava andando ? …
Chissà , si era chiesta , vedendola così conciata , l’avrebbe più sposata ?
Anna lo aveva confortato.
Anche lei , come gli altri , aveva nascosto i particolari dell’incidente.
-Guarda che è’stata proprio fortunata !gli aveva detto.
-Sa solo lei come è successo !
-E’ arrivata in ambulanza.
-Non so altro.
-Poi , vedrai , la tua Lucia ti racconterà .
Era giusto dire così , la naturale complicità femminile l’induceva alla segretezza , perché spettava proprio a lei dire spiacevoli verità ?
Comunque all’ora dello smonto ,lo aveva lasciato lì accanto alla fidanzata, poverino .
Cornuto ! e‘ il momento di aprire gli occhi ! Si era detta .
Nel corridoio buio , intanto ripensava all’accaduto e provava una offesa rabbia.
Gli occhi man mano si adattavano al buio e quella luminescenza sembrava avvicinarsi..
D’un tratto sentì come un respiro affannato alle sue spalle.
Chi è ? –quasi soffocata ed irriconoscibile udì la sua voce .
-Sono io…sono io.. aspettami.
Riconobbe la voce del ragazzo cornuto che , chissa’ perché , l’aveva seguita.
-Sono io… sai volevo ringraziarti ..volevo dirti…
Al buio cercò e con grazia le prese la mano ,la portò alla bocca e la baciò delicatamente.
Sei stata gentile con me… come posso dire …unica
E intanto le aveva preso il viso tra le mani .
Anna restò irrigidita ,e alla paura del buio si aggiunse uno strano disagio . Cosa doveva fare ?
Gridare ?
E perché ?
Si disse , per rasserenarsi , che era stato gentile e che non c’era da preoccuparsi. In un lampo le attraversò la mente una considerazione che non sapeva di aver taciuto a se stessa : Lucia , quella era proprio una stronza !
Questo stronzo cornuto sta qui a fare avances a me invece di capire quanto è stronzo !
Poi sentì nel respiro il suo odore …un buon profumo aspro e dolce …stordiva.
Cazzo ! l’aveva baciata !!!
E si ! la stava baciando !!
Il frugare della sua lingua nella sua bocca aveva una avidità mai provata .
Il buio del corridoio si era fatto ancora più intenso , o forse , aveva chiuso gli occhi.
La leggera camicetta si sbottonò d’incanto e offri’ senza accorgersene il seno alla sua mano.
Brancolò , oscillo’ , cercò di ostacolarlo ma sapeva che non voleva che il gioco finisse .
Sicuro della sua conquista lui cercava di sbottonarle i jeans e la spingeva contro una improbabile parete.
Le bocche non si erano staccate un solo attimo e il tempo sembrò sciogliersi in una eterna inesplorata inquietudine .
Muggivano contro il muro , bocca e bocca incollate , cercando entrambi di coprirsi svestendosi.
Di botto tornò la luce .
Si staccarono colpiti dal lampo .
Il primario di ortopedia , apparso come un fantasma dalle tenebre ,li riportò alla vita :
Buona notte …signorina Anna…Domani mattina venga alle dieci in Direzione Sanitaria .E’ meglio che non parli nemmeno con i suoi sindacalisti del cazzo ! Se ha dignità !
Smarrita , mentre si riabbottonava la camicetta , disperatamente urlò:
Professore , per favore !….
E’ il mio ragazzo !!
E si aggrappo’ come ad un’ ancora mentre un mare di lacrime amare
erano onde scintillanti di amore.

Bianca

Aveva messo le calze nere a rete , le scarpe nere con punta affilata taglia- palle i tacchi alti 7 centimetri per mai guardare in su . Stringhe allacciate lungo le gambe a formare figure diagonali con le punte verso la minigonna stretta non aderente ma incollata alla pelle ed al tanga. Aveva scelto il corpetto di pelle nera due rose rosse , borchie ferrate , in corrispondenza del seno. Il nastro rosso intorno al collo annodato sotto i pendagli traforanti le orecchie.
Al polso sinistro una ventina tra bracciali di ferro,rame bronzato , medagliette , ciondoli .Il percing perlato sulla lingua e l’ombelico attraversato dall’anello con pietra nera , facevano veramente figare da slappo . L’onda di gel perlinato aveva raccolto in ciuffi i cortissimi i capelli neri formando spuntoni come punte di lancia sul capo. Gli occhi cerchiati di ombrette sfumato sul nero con sottili linee che dalle palpebre scendevano sulle labbra lucide di smalto , presagivano sguardi di noia verso tutti gli stronzi che solo avessero guardato.
Il profumo l’aveva trovato su una bancarella ad Algeri e sapeva di pepe nero speziato di coriandolo. Sulle unghie smalto viola per ferire e graffiare l’aria.
L’ultimo tocco di genio era stato quella striscia sottile di nero al posto delle assenti sopracciglia. Depilazione totale di ogni pelo del viso , della vulva .
Una tracolla di stoffa nera che pendeva fino al ginocchio danzava mentre procedeva a piccoli passi a ritmo di un silenzioso bolero .
E fu la prima cosa che le fu strappata.
Scendeva il vicoletto che dalla strada principale della collina di Posillipo si dirige con strette curve verso il lungomare .
Erano le due e trentotto del mattino .Ne era sicura perché alle due e trentacinque aveva salutato Gigino il buttafuori e si era diretta verso casa.
Non era stata proprio una di quelle serate da ricordare.

Qualche strusciata con un pischello che ci aveva provato ma che puzzava d’aglio. C’è ancora gente che mangia aglio e poi va a ballare ! Bisognerebbe mettere non l’etilometro per le strade ma l’agliometro il cipollometro e così si civilizzerebbe la società .E non mi venite a dire dei francesi … quelli pure la merda c’hanno profumata ! a sentirli !
La serata era trascorsa senza nemmeno scambiare una parola con Alfio. Aveva capito che non tirava aria buona da quelle parti : Dopo una serie di sms cui lei non aveva risposto, sapeva bene che doveva farsi solo da parte . Ormai erano due settimane che l’aveva lasciato mandandolo a quel paese .
A dire il vero era più di un mese che non si faceva toccare: Il lungo ritardo delle mestruazioni l’aveva segnata dentro . Non gli aveva permesso di accostarsi e … quello stronzo aveva detto pure che chissà se il figlio era suo !
Ma che stronzo !
-Un figlio ? Ma scherzi ? E di chi è ? Aveva detto sorpreso ed irritato Alfio.
-Senti . Non so se sono incinta …ma potrei anche esserlo ..non ti pare ? – Aveva risposto .
In un lampo , delusa e indecisa se scoppiare a piangere o sputargli in faccia si disse che , comunque sarebbe andata , non avrebbe portata avanti né la gravidanza né la sua storia con Alfio .
Come si fa’ a fare un figlio con uno che invece di stringerti tra le braccia dopo che per sei mesi gli hai dato il cuore , ti dice senza manco capire che ti sta uccidendo per i prossimi seimila secoli , che chissà se il figlio è suo !
Lo stronzo aveva paura di diventare padre !
E’ così comodo essere solo figlio ! A trentacinque anni voleva ancora a mammà!
-Lascia perdere , sono fatti miei ! Aveva chiuso la discussione.
Le mestruazioni erano arrivate e , maledetto il giorno che sentì il bisogno
di dirglielo , ancora subì solo incomprensione :

– Da oggi noi due si fa l’amore solo alla carcerata ! aveva detto ridendo.
La misura era colma .Gli aveva girato le spalle e se ne era andata lasciandolo che ancora rideva : alla carcerata … alla carcerata .. .
Da allora solo per caso e solo per un lampo i loro sguardi si erano incrociati. ….
Lui non l’aveva cercata e manco lei !
Erano in due .
Dai due lati le strapparono i ciondoli dalle orecchie lacerando i lobi e tenendola ferma per i capelli .
Stronza !!! Stai ferma !!
La voce invece di farsi strada in gola se ne era scesa nel tanga .Non riusci’ che a pensare :questi mi uccidono !
-Chi siete ? Che volete ? suo malgrado stava già singhiozzando !
-Stronza tu tua madre tua sorella tua nonna e quel cornuto di tuo fratello !
-E questo te lo do perché così impari !
Lo schiaffo le fece sanguinare la bocca e sentì il sapore del sangue mischiarsi al sapore del cheewingum .
E questo perché sei stronza |! Disse l’altro alla sua sinistra sferrandole un calcio sotto la minigonna .che la fece piegare in due .
Le mestruazioni erano ritornate ? oppure quel sangue che scorreva lungo le calze ….. si era rotta a sangue la ….?
-E mo’ vattenne ‘a casa ..và !
La rialzarono da terra e la spinsero con forza verso la discesa .
-Statte a casa senza parlà ca si no ‘o ssaje che te succede !
Aggiunse l’altro.
Solo allora riconobbe uno dei due .
Era “pesiello” , il socio in affari di “Vurzetta” lo specialista di scippo della zona .
Ma perché ? che aggio fatto ?
-‘ O ssaje chello ca ‘e fatto !
-E pecchè Alfio è pure n’ommo ?
L’aveva detto e nello stesso momento si era pentita perché Alfio era un uomo , e lei lo sapeva !

Pesiello dalla tasca tirò fuori l’arma .
-Non fare sciocchezze ! Leva da mezzo la pistola ! intervenne l’altro .
-Che diavolo fai !?
-Faccio quello che voglio !! ‘Sta stronza !! e senza pensarci sparò
due , tre volte .
La cocaina che gli avevano passato era delle migliori sul mercato.
Il rumore dei colpi fece alzare in volo un uccello nero dal muretto di un giardino con alberi di mandarino .
La luna si nascose dietro una nuvola ed un bambino in culla si svegliò di soprassalto e cominciò a piangere.
Alfio era nel vicoletto ma molto più in alto e non aveva capito cosa era successo.
-Perché avevano sparato ? Ma sono proprio fessi ? Mamma mia !
Bianca non s’era perso un colpo : il primo sul ginocchio sinistro l’accartocciò . Il secondo centrò la nuca .Il terzo le sfiorò la seconda vertebra cervicale .Al terzo colpo cadde con la faccia a terra , senza allungare le braccia , come uno si aspetterebbe.
Una statua rotta da una invisibile lama , a metà .
C’era poca luce e se il corpo si girò era per far volgere il volto di Bianca al cielo ed all’aria .
Il giocattolo rotto alzò il braccio destro lentamente dalla pozzanghera e ricadde di colpo con la mano aperta mentre le unghie dipinte di viola graffiavano l’aria .
Il tanga lasciò intravedere la linea scura e la ferita sanguinante. .L’ombrette degli occhi divenne più scuro e gli occhi divennero un enorme buco bianco .
Chissà perché una scarpa , la destra , si liberò del piede e rotolò mezzo metro più in basso , per paura di guardare.
Una folata di vento fece sollevare un profumo di pepe nero speziato al coriandolo ed una parola restò sospesa sulle labbra di Bianca : …A a l f i ooo. !?!!?

Dei due restò solo il puzzo dell’aglio .
Alfio aveva afferrato a volo la situazione e se la squagliò .
Dopo mezz’ora avevano arrestato “Vurzetta” insieme ad un compare sconosciuto alle forze dell’ordine ( si chiamano così ! FORZE DELL’ORDINE ) per uno scippo andato a male alla stazione .
Prima ancora , non molto prima , qualcuno aveva telefonato al 113 per una lite tra disgraziati e la polizia aveva trovato Bianca e raccolto la scarpa col tacco .
L’ambulanza era stata preceduta , come sempre , da un’ assordante sirena , anche se a quell’ora e in quel vicolo a senso unico , non c’era nessuno.
Aperte le porte due camici bianchi , come ali di gabbiano, planarono accanto al corpo di Bianca .
Il più giovane dei due , anche se spaventato da tanto strazio ( si era formata una pozza di sangue e ricotta giallastra intorno ai capelli neri ) , poggiò la mano sul collo per sentire il polso carotideo.
Gli sembrò di avvertire come un fremito sotto le dita e pensò che fosse il polso.
-E’ ancora viva ! e guardò incredulo l’altro .
Franco era infermiere diplomato ma da sempre aveva visto feriti e morti sulle strade . Poche volte morti nei letti .
-Dottò questa è morta . ma come , non vedete ? Forse è la speranza che ve la fa vedere viva |!
Le chiuse gli occhi con una leggera carezza .
-Come era bella ! disse sottovoce quasi vergognandosi per aver guardato le belle calze nere .
Il giovane girò il viso dall’altra parte per non far scorgere una lacrima che a tradimento gli si affacciava oscurando e sbiancando la vista come dietro ad un vetro smerigliato .
-Non c’è niente da fare per noi. Disse l’infermiere accendendosi una sigaretta .
Rimasero a guardare distanti i poliziotti che con un metro prendevano chissà che misure .

Le misure del nulla .
Alfio non fu mai interrogato perché scappò in Brasile…
Pesiello fu ritrovato sugli scogli di Bacoli due sere dopo .E certamente non s’era fatto il tuffo sulle pietre da solo.
Bianca vola insieme ad un uccello nero ogni notte tra Mergellina e Posillipo.Ogni tanto si fermano sui rami di un mandarino , senza cantare .
Il bambino quella volta si acquietò con la mammella in bocca ma da allora non dorme tranquillo.
Ai funerali di Bianca , dopo tre giorni , nascosto tra la folla un giovane medico cercava un perché al dolore e alla stupidità del male .
Ancora oggi cerca risposte.

Chiara

Chiara non era per niente chiara né a se stessa né a chi la conosceva.
Sembrava una forza della natura quando decideva di istinto ma , se solo un attimo stava a riflettere su qualsiasi cosa , tutto si annebbiava , niente le appariva chiaro , ed assumeva l’aria spaesata di una bambina indifesa .
A venti anni si è così e guai a chi pensa di aver raggiunto le certezze assolute solo perché non si è capaci di guardare con i propri occhi e decidere con la propria testa .Così , quando non era assolutissimamente certa sul da fare , consultava le due amiche del cuore per sentirne il parere.
Negli ultimi tempi però anche il parere delle due amiche le sembrava scopiazzato dalle consuete affermazioni familiari : questo è giusto questo è meglio , ma se tutto era così scontato , come mai tanta infelicità in giro ?
A lei sembrava che la vita dovesse essere sempre una felice avventura , con alti e bassi sicuramente come dire tra felicità assolute e felicità relative , ma pur sempre felicità .
La malattia subita nell’infanzia l’aveva marcata per sempre .
Ora che tutto era un ricordo lontano , lei stessa si meravigliava di come non fossero rimaste ombre nel solare carattere che si ritrovava.
A volte le persone sono tristi perennemente.
Come se un tarlo nel culo succhiasse loro la vita e tutto viene sopportato come se fosse un tributo fisso da pagare al destino.
Ma che destini e destino ! Chiara voleva inventarsi la vita giorno per giorno senza schemi precostituiti.
La sua coetanea vicina di casa era già corsa al matrimonio .
Cose da pazzi !
Come si fa così giovani a pensare che per tutta la vita quella persona sarà giusta per ogni stagione ?
E se la vita è solo prendere marito , fare un figlio , passeggiare con il carrozzino e poi badare ai pannolini ed alla pentola con il sugo di pomodoro ,forse è meglio abortire , bruciare la salsa e cambiarsi di colore i capelli.

Lo studio le era subito apparso l’inevitabile passaporto per la conquista della libertà economica.
Non c’era altro da fare che appropriarsi di nozioni da ripetere ai professori tra un sorriso ed una smorfia col dito in bocca .
Bella .Sapeva di essere bella !
Glielo dicevano tutti da quando aveva capito il senso della parola.
Era nata bella , cresciuta bella , sarebbe stata sempre bella .Anche da vecchia sapeva che avrebbe saputo rendersi bella.
Un tocco di colore con un fazzoletto nel taschino della giacca , un tocco di classe legato alla cintura griffata , un pizzico di irriverente malizia nella scollatura alle spalle ,diversamente dalle altre che amano scoprirsi il davanti.
Forse perchè riteneva che un seno grande era alla portata di tutte , ma un culetto all’insù , non è che è facile da procurarsi !
E viveva i suoi giorni tra studio , discoteca , amici , filarini , fidanzatini , mai presi sul serio e mai fatti durare più di qualche mese . La voglia di nuovi incontri si affacciava subito e certamente non passava inosservata.
Fino a che una sera apparve il suo LUI .
Non si aspettava che sarebbe stato così fisicamente scialbo l’uomo del suo destino ( è sempre l’uomo del destino ) .
Basso , di pelle scura , a vederli insieme tutti avrebbero detto che c’era qualcosa di storto ed incomprensibile in quella coppia.
Diavolo la gente !
Era fresco ! dai modi bruschi e sicuri , di quelli che sembrano nati per comandare uomini e destini .Di quelli che sono capaci di dirigere una donna complessa come me , si era detta .
E gli aveva dato spazio nel suo cuore , forse anche troppo.
Si accorgeva che come un chiodo nell’anima la sua immagine l’accompagnava in ogni ora del giorno .
L’aveva conosciuto al bar dove quasi ogni sera con amici ed amiche si incontravano quelli del gruppo .Lui aveva subito accolto la sua indifferenza che mieteva solo vittime. I più infatti non osavano avvicinarla valutando zero la possibilità che lei si potesse interessare ad approfondire la conoscenza .
Carlo invece no . Subito si era avvicinato e le aveva offerto da bere.
Poi aveva suggerito di cambiare posto .Naturalmente lei era sola e non doveva chiedere a nessuno .Salutò con la mano ed uscirono all’aperto.
Lui l’accompagnò alla macchina e con gentilezza le apri’ lo sportello.
Non era abitudine degli altri che aveva conosciuto aprire la porta prima di mettersi al volante.
Poi ricordò che suo padre faceva così con lei , quelle poche volte che era stata con lui in macchina.
Apprezzò molto la cosa , anzi le sembrò un segno non trascurabile del destino.
Poi lui mise in moto e percorsero le vie della città per prendere l’autostrada.
-Dove andiamo ?
-A finire la benzina .
-E poi ?
-La rimettiamo
-Ma dove dobbiamo arrivare ?
-Dove finisce il mondo .
-Guarda che debbo tornare a casa , se permetti
-La tua casa è il mondo .
-Ma i miei mi aspettano ,si preoccuperanno se non mi vedono tornare .
-I tuoi ti amano e capiranno .
-Ma cosa dici ? dai torniamo indietro !
-Indietro mai … non si torna .
-Mi spaventi !
-Non devi mai aver paura .
-Adesso basta ! torniamo a casa .Voglio tornare ti prego.
-Ecco vedi ? prima hai tanta voglia di avventure e poi ti spaventi appena hai perso il controllo della situazione.
-Voglio avere solo la possibilità di scegliere e tu non me la stai dando !
-Preferisci le tue certezze alla mia avventura ?
-Dovrei fidarmi di te quando ancora oggi non mi fido di me ?Mi dispiace non darò a nessuno nemmeno al mio più grande Amore la possibilità di decidere per me.
-Allora non sei disposta a vivere per l’uomo che ami ?
–L’uomo che mi ama non mi chiederà mai di chiudere gli occhi e se necessario mi aiuterà ad aprirli.
-L’uomo che cerchi non esiste
-Lo aiuterò a diventarlo perchè questo è amare !
-Vuoi tornare indietro ? Chiara ?
-Se pensi anche tu che sia meglio . Ogni luogo è il mondo , ogni ritorno è un nuovo andare. Se ci pensi è così .
L’autogrill era una festa di luci. Scesero dall’auto e si incamminarono tenendosi per mano .In alto si accese una stella più luminosa rispetto alle altre e la notte si profumò di gelsomino.
Risalirono in auto , dopo aver preso un caffè , senza scambiarsi parole.
Era come se appartenessero ad una realtà dove le parole avevano perso importanza .Erano certi di avere gli stessi pensieri.
Suonavano insieme una musica senza spartito e senza note.
Sulla via del ritorno , si lasciarono superare da un’ambulanza che ossessionava con la sua sirena.
-Chissà per chi corre .disse Chiara
-Per noi , corre per noi !Loro lo sanno che per ogni uomo che muore è una sconfitta per tutta la vita .
Lei gli strinse la mano e riconobbe il suo uomo .
Il profumo di gelsomino li seguiva .

Daniela

Ventiquattro anni e già era al terzo aborto . Interruzione volontaria di gravidanza ma sempre contro voglia !
La caramella si scioglieva in bocca liberando la freschezza della menta.
Non è facile trovare un profumo che vinca il cattivo sapore di un alito pesante .Sapeva di averlo dopo l’epatite , figurarsi dopo un intervento in anestesia..Avrebbe disturbato chiunque venisse ora a parlarle da vicino !
Si era lavato i denti , la bocca con il colluttorio ,aveva dato una spazzolata ai capelli.
Adagiata comodamente su tre cuscini, aspettava l’ora delle visite.
Sapeva che sarebbe venuto Gabriele , l’amico fidato che conosceva da due anni .Le aveva telefonato subito dopo aver saputo del Ricovero e non c’era da meravigliarsi per tanta sollecitudine.
Gabriele era un vero amico , non uno di quelli che fanno gli amici e poi sotto sotto , ti vogliono convincere a concludere a letto una serata .
No !
Gabriele ,dopo un timido accenno alla sua “quiete sessuale “ perché teso a conoscere solo l’animo della gente ,non aveva mai lasciato intendere intenzioni maliziose .Parlavano di tutto .Era disponibile sempre all’ascolto dei suoi desideri e spesso erano insieme andati al cinema , a ballare con il gruppo di amici .Anche se le offriva da bere , non chiedeva altro in cambio .Aveva sentito dire che era un po’ speciale , ma non era interessata ad approfondire .Si sentivano spesso , la loro era una bella complicità.
Daniela gli aveva parlato dei suoi incontri segreti con un primario di Ginecologia aveva conosciuto in occasione del suo secondo aborto .
La storia era cominciata quasi d’improvviso ma era nata male fin dal principio .
Né poteva essere diversamente .
Lui sposato , due figli , attività professionale incessante tra convegni e congressi . Sempre in giro per la Società Scientifica che dirigeva .
Fascinoso , di nobili origini ,accattivante e magnetico per la figura ed i modi eleganti .Più che camminare , sembrava volare come un gabbiano nel suo camice bianco tra i letti , le corsie ,con uno speciale sorriso per tutti . Per non dire delle mani :Trappole per il cuore !

Chi non avrebbe desiderato toccarle , magari accarezzarle , farsi stringere la mano ,quelle mani si muovevano con calma ed era bello solo guardarle mentre accompagnavano le parole come un direttore di musica .
Dal primo incontro in corsia , l’aveva rivisto nel suo studio alla dimissione
Aveva fatto sì da restare senza l’infermiera e senza nemmeno darle il tempo di riflettere , le aveva detto che avrebbe gradito rivederla al bar , ma non quello dell’ospedale , quello in piazza .
Il suo destino poteva cambiare !
Da quel giorno , si erano visti almeno due volte alla settimana in quattro mesi.
L’aveva accompagnato a Roma per un congresso , a Firenze per una mostra di pittura .
Negli alberghi della costiera vi erano giunti sempre separatamente , ognuno con la sua auto .
Si era innamorata ma non parlavano mai d’amore .
Gabriele sapeva dell’esistenza di questa storia , un po’ la invidiava , un po’ la metteva in guardia .
-La vita è breve ! le aveva detto -Se non si può avere tutto almeno prendilo in prestito !
Poi , ancora una volta , il ritardo mestruale .
Pillole non ne poteva prendere e si riprometteva di ricorrere alla spirale . Ma come si fa a chiederlo al proprio amore ? Sarebbe parso un rifiutarlo !
Quando lui l’aveva saputo , le era stato molto vicino :
-Fa come meglio credi , tieni presente che sono responsabile verso questo tuo figlio come sono responsabile verso mia moglie ed i miei due figli .
-Che nessuno paghi conseguenze , soprattutto tu !
L’aveva guardato sorpresa e aveva in un lampo deciso di non rovinare tutto , di non dargli pesi da portare , se lui era d’accordo.
Lui fu subito d’accordo ed organizzò tutto .
Gabriele entrò nella stanza portando una scatola di cioccolatini ed un sorriso gioioso .
-Tutto bene , Daniela ? Come ti senti ?
-Benissimo , grazie , non ho sentito niente .
-Chi ti ha fatto l’intervento ?
-Stesso il Primario , rispose Daniela , ….Lui …sai ha voluto condividere questo momento . Poi ci rifaremo !!
In quel momento il primario entrò nella stanza .
Riconobbe Gabriele e sorpreso , non riuscendo a controllare la sua beata calma , gli chiese :
-Che ci fai tu qua ?
-Daniela è una mia amica , piùttosto tu che ci fai con questo camice ? Mica sei un medico ? Non hai sempre detto che sei architetto ?
Gabriele guardò Daniela e capì .Il viso divenne cereo ,spalancò le braccia e poi le lasciò cadere .
-Ma guarda !! Tu sei il Primario amico di Daniela ?
-E diamine , potevi anche dirmelo no ? , Si rivolse verso il letto
-Daniela , ho il piacere di presentarti il mio fidanzato . Adesso sappiamo che abbiamo un fidanzato in comune ! Sei contenta ?
-Io sono contento come una pazza !
Fece come giro di ballo , scosse indietro la testa e si avviò alla porta riuscendo , per la prima volta a sculettare in tre passi .

A cura di Stefano Miele