Bondi fa spallucce: no fondi, no party

ImmagineLa reggia di Caserta, un tempo sfarzosa residenza della famiglia reale dei Borbone, e in quanto tale scenario maestoso di antichi fasti e cerimonie regali, fu costruita dall’architetto Luigi Vanvitelli con un ben preciso scopo: quello di essere una delle regge più belle d’Europa. Invece, pare che la sede borbonica sia destinata e seguire il destino che ha segnato anche la più antica Pompei a novembre: quello della rovina e del degrado, mentre il ministro ai Beni Culturali, Sandro Bondi, allarga le braccia, contestando la carenza di pecunia; in pratica, l’acqua è poca, e la papera non galleggia. E nel frattempo le facciate perdono pezzi di intonaco, i cornicioni si sfaldano, e la Reggia implora per una ristrutturazione, così come in fondo spetterebbe di diritto ad un patrimonio nazionale dell’UNESCO. Non che il Colosseo sia in condizioni migliori, d’altra parte. Ma i fondi non sono sufficienti neanche per interventi volti a ristabilire la pulizia e, addirittura, la sicurezza delle strutture; “Per tali interventi le somme erogate non sono sufficienti a garantire la messa in sicurezza con conseguenti costanti pericoli”, dice il ministro, costernato. O forse, non hanno retto agli sprechi, come ad esempio l’utilizzo di quei finanziamenti, da parte di Bertolaso e dello stesso Bondi, per “eventi” di dubbia priorità, collaborazioni inutili (e costosissime), vini pregiati e altri lussi forse non così necessari. Dunque, il ministro piange miseria e incolpa il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti; ma chi è senza peccato, scagli la prima pietra; sperando che non sperperi un patrimonio scegliendosi, per vezzo, una pepita d’oro.

Germana de Angelis