Beata solitudo, sola beatitudo!

beata solitudoCara Rossella,

ci sono giorni in cui non voglio vedere nessuno. Come “nessuno” intendo persone vuote, inutili, fatue, stupide. Persone che parlano tanto per dare fiato alle parole o che aprono la bocca per giudicare o spettegolare. Ci sono giorni in cui amo immergermi nella natura, nella musica, nella lettura. Insomma mi piace stare sola, anche se di amici ne ho tanti ed in loro compagnia divengo anche simpatica, allegra e spensierata. Questo mio improvviso mutare ora preoccupa un po’ tutti e qualcuno insinua che sono sulla strada della depressione o che quest’inusuale amore per l’isolamento potrebbe nascondere problemi diversi, anche di socializzazione. Io so che sbagliano, che giudicano senza capire, senza comprendere che dopo un certo numero di anni in cui si ripetono sempre le stesse cose o gli stessi inutili divertimenti si vuole cambiare, si desidera un po’ di riservatezza, di intimità. Forse sono “out” rispetto quelli della mia età, ma a quasi trent’anni desidero starmene a casa invece di perdere tempo dietro inutili chiacchiere, stupidi svaghi, luoghi affollati ed assordanti. Insomma mi annoio e mi sento serena al solo pensiero di una tranquilla serata in compagnia di me stessa e del mio gatto.

Stefania

Mia cara Stefania,

come ti capisco! Non solo è un vantaggio ma anche un merito di pochi il saper stare da soli. L’uomo è un essere sociale, ma la sua anima ha bisogno d’ intervalli di sana solitudine. Certo bisogna confrontarsi con i propri simili, far parte di un gruppo, affermarsi nel sociale. In questo mondo caotico e frenetico, in cui tutto è finalizzato al consumismo, all’apparire, al rispondere a modelli, si rischia di essere considerati asociali o depressi correndo il pericolo di venire emarginati. E così a volte è necessario “portare” una maschera adatta alle circostanze, ma ciò non impedisce di essere autentici e di coltivare le nostre capacità introspettive. L’importante è non lasciarsi andare a quest’ abitudine, non perdere la possibilità di un rapporto con gli altri, ma non mi sembra questo il tuo caso. Anch’ io da ragazza ho sempre evitato luoghi affollati e rumorosi, prediligendo la compagnia di pochi amici sinceri con cui condividere un cinema, un teatro, una cena a casa o in una semplice trattoria. Nel tempo mi sono interrogata più volte, per comprendere il perché di queste scelte ed ho intuito che finalmente mi sentivo serena per una vita semplice e di quel silenzio in cui prendono vita le idee, i sogni, le emozioni. Ci sono fasi dell’esistenza in cui è necessario cambiare per raggiungere un sano equilibrio, momenti in cui la mente ha bisogno di allontanarsi da inutili e negativi incontri, sentendosi appagati nel dedicarsi ad un percorso di semplicità che arricchisce l’anima. Tutto ciò occorre non solo per comprendere se stessi ma anche gli altri, per distinguere cosa serve per star bene, maturare, riflettere e sentirsi soddisfatti. Ovviamente questa “solitudine” deve essere usata con saggezza, con discernimento e non come isolamento dalla vita e dalla comunità!

Questi momenti di introspezione in cui si desidera star soli giungono spesso dopo delusioni, stress, disagi, superate difficoltà. E così nel silenzio sentiremo emergere intuizioni, emozioni,consapevolezze e senza distrazioni superflue, otterremo risposte e soluzioni per il nostro bene. E poiché tutti abbiamo bisogno di veri amici, mia cara Stefania sfrutta questi momenti per operare una vera ed approfondita selezione in cui eliminare i superficiali, gli inutili, quelli che fanno perdere tempo, a vantaggio di quei pochi “cuori semplici” che arricchiscono la nostra vita con un sorriso o condividendo i nostri silenzi.

Rossella Argo

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