Vogue Francia: lo scandalo delle baby modelle

imagesCA3UOG8YAria di bufera sulla redazione di Vogue Francia, che a causa di un servizio fotografico con protagoniste delle baby modelle in pose sensuali, ha scatenato l’ira dell’opinione pubblica e dei prestigiosi inserzionisti che ritengono la campagna eccessiva e di cattivo gusto.
Il mensile della campagna shock, è uscito lo scorso dicembre, è andato subito a ruba in pochissime ore ma ha scatenato lo sconcerto della critica e dell’editoria che accusano la moda di un “incitamento alla pedofila”.
Così, dopo l’anoressia, la moda viene di nuovo accusata di trasmettere modelli negativi ed eccessivi.
Le tre bambine protagoniste della campagna, Thylane, Lea e Prune, truccate e pettinate come vere dive, hanno posato indossando abiti di Versace, Yves Saint Laurent, Bulgari, Boucheron, Balmain e Louboutin, in abbinamento con vistosi gioielli e scarpe altissime (sicuramente non della loro misura) in pose ritenute troppo provocanti.
Il servizio fotografico, opera del celebre stilsita e regista texano Tom Ford, ha scatenato il putoferio nel gruppo Condé Nast e Xavier Romatet, presidente del gruppo editoriale ha deciso di rimuovere dall’incarico la direttrice francese Carine Roitfeld.
Così la potente giornalista di moda, eterna rivale della sua collega americana Anna Wintour, verrà sostituita il imagesCADAUTIFimagesCATE9LV5prossimo 1°febbraio da Emmanuelle Alt.
Pare inoltre che la decisione della sostituzione della direttrice sia stata frutto delle pressioni esercitate da molti investitori pubblicitari della rivista, in particolare da Bernard Arnault, presidente del colosso del lusso Luois Vuitton, il quale avrebbe affermato che se il presidente del gruppo non avesse preso provvedimenti a riguardo, non avrebbe più inviestito nella rivista.
L’intento del servizio fotografico di Ford era quello di muovere una forte critica alla nostra società colpevole di omologare lo stile e di appiattire sesso ed età.
Il messaggio però, è stato forse troppo implicito e le immagini troppo forti arrivando a trasmettere idee del tutto contrarie all’intezione del fotografo.

A cura di Aline Improta