Una casa facile da montare

c1Chi di voi lettori non ha mai sentito l’esigenza di un nascondiglio all’interno della propria casa? Un luogo nel quale ci si possa rifugiare per studiare senza il ronzio dell’aspirapolvere il giorno prima di un esame, o dove si possa lavorare, o fare la dichiarazione dei redditi, senza le grida dei propri figli, o semplicemente di un luogo dove si possa assaporare il piacere del silenzio, lontani per un po’ dalla propria suocera o dall’assordante suono di Mtv proveniente dalla stanza del proprio figlio teenager.

Da questa esigenza, il designer svedese Mats Theselius propone su internet la sua “Hermit’s Cabin”, nata dall’idea di una casetta prefabbricata tutta per se. Una stanza di sette metri quadrati nella quale si può accendere un fuoco, mangiare, dormire o stare un po’ con se stessi. Una vera e propria abitazione facilmente montabile anche in fondo al proprio giardino e dal costo approssimativo di 15 000 euro.

c2L’idea di Theselius mi ha portato ad interrogarmi su quale ruolo giocherà la prefabbricazione nell’architettura del futuro e ho voluto dedicare l’articolo all’argomento, volgendo lo sguardo a ciò’ che offre il mercato di questo settore nel nostro paese e a quella progettazione architettonica sempre più simile e sempre più vicina ai metodi e agli approcci progettuali propri del design industriale.

L’architettura prefabbricata nasce nell’area scandinava per poi diffondersi a macchia d’olio nel resto del continente Europeo.

In italia tra le principali aziende che operano nel settore abbiamo “Rubner” , “Case Dany” e “Legnoluce”. Si tratta di case facili da costruire, assemblabili in poche settimane e acquistabili su internet a costi piuttosto contenuti e fissi. Dal punto di vista della normativa si costruiscono (o volendo usare un termine più appropriato, si “assemblano”) con le medesime autorizzazioni richieste per una casa in muratura. Vi sono vari tipi di modelli disponibili, su cataloghi consultabili anche via internet , molti dei quali personalizzabili. I progetti di alcune di queste case prefabbricate vantano la firma di architetti quali Matteo Thun, che ispirandosi al funzionamento degli organismi viventi, ha creato “Heidi”, un prototipo abitativo a basso consumo energetico, disponibile sul catalogo Rubner , che utilizza come fonte primaria di energia la luce solare, in grado di fare a meno dell’impianto di riscaldamento.

Progetto quest’ultimo che ha avuto il merito architettonico di superare il clichè della tradizionale casa di montagna, alleggerendo il legno con ampie vetrate e volumi arrotondati.

Altro interessante esempio di abitazione prefabbricata è “Flora”, disegnato dagli Architetti Paolo De Martin e Sarah Gasparotto, caratterizzato da una grande flessibilità di adattamento al contesto.

Progetto che reinterpreta l’antico sistema costruttivo del Blockbau costituito da un volume rigoroso e compatto dal quale si estrudono altri volumi che racchiudono le bucature, creando suggestive situazioni spaziali.

A cura di Mario Criscitiello