Un super Napoli piega il Chelsea: ora si gioca per la storia

Doppietta di Lavezzi e gol di spalla di Cavani: il Chelsea, che era passato in vantaggio con Mata, sconfitto 3-1 Nell’annata in cui il calcio inglese rischia clamorosamente di restare fuori dai quarti di LAVEZZIChampions, il merito maggiore va a questo strepitoso Napoli che non finisce mai di stupire indipendentemente da come andrà a finire a Stamford Bridge. La festa è appena cominciata e per completare l’opera si dovrà aspettare il ritorno 14 marzo. Basterà il 3-1? Quel che è certo è che ci vorrà l’impresa anche in Inghilterra, ma il Napoli di Mazzarri ha abituato a stupire e la sua gente ha fondati argomenti per sperare nella qualificazione ai quarti di finale di Champions League.
La vittoria è giusta, una gioia immensa per i giocatori e per il pubblico. Alla fine della partita il canto di gioia dei napoletani, «oj vita, oj vita mia», risuona nello stadio come un nuovo inno della Champions League. Una serata indimenticabile dunque, per la città e per la squadra, a conclusione di una grande partita, caratterizzata dal record d’incasso di tutti i tempi (oltre tre milioni di euro) per lo stadio San Paolo. L’entusiasmo del pubblico è tutt’uno con il cuore della squadra di Mazzarri che riesce a fare il miracolo ed ora spera in un’impresa storica, da realizzare il 14 marzo prossimo a Londra. Sarà difficile, molto difficile ma a volte anche nel calcio i miracoli si possono realizzare.
La partita è molto tattica. Mazzarri (in tribuna a causa della squalifica) schiera i suoi titolarissimi e non cambia il consueto modulo. Villas Boas risponde con il suo solito 4-3-3. Il tecnico portoghese, però, oltre a dover fare a meno di Terry infortunato, manda in panchina Lampard, schiera dal primo minuto Malouda e, come è ormai consuetudine, preferisce Drogba a Torres, che va in panchina. Il LAVEZZI 2Napoli comincia subito a schiacciare gli avversari con il suo caratteristico ritmo frenetico. Lo slancio alla squadra di Mazzarri viene soprattutto dalle fasce laterali dove Maggio e Zuniga costringono Malouda e Ramires, che dovrebbero supportare il loro attacco, ad arrancare ed a tamponare per evitare che le loro devastanti incursioni mettano a rischio l’incolumità della retroguardia. Ma il Chelsea è una squadra di grande esperienza internazionale, e si vede. Quando aumenta il sacrificio di Sturridge e Mata ed i loro ripiegamenti a sostegno dell’azione dei centrocampisti si fanno più continui, i blues riescono a produrre trame più incisive ed in qualche occasione la difesa del Napoli traballa.
Tuttavia nonostante i ripiegamenti delle due punte esterne, il Napoli con i suoi quattro uomini è sempre in superiorità numerica sui tre del Chelsea in mezzo al campo. La situazione, alle lunga, incide sull’esito della partita e costringe Villas Boas ad imboccare una strada senza uscita. Il Napoli è veloce ed aggressivo e il Chelsea ha sempre grosse difficoltà a contenere il gioco dei padroni di casa. Cech si deve superare due volte nel primo quarto d’ora per ribattere le conclusioni di Cavani e Maggio. Poi, all’improvviso, accade quello che non ti aspetti. Cannavaro svirgola la palla in area di rigore e serve a Mata il pallone dell’inaspettato vantaggio degli inglesi. È una botta terribile che abbatterebbe un toro. Ma il Napoli ha un cuore da leone e sette vite come i gatti. Piano piano, dopo qualche minuto di evidente sbandamento, comincia nuovamente a tessere la sua tela a centrocampo ed a tentare le incursioni offensive con i suoi “tenori”. Ed è così che trova prima il pareggio con Lavezzi e in fase di recupero addirittura il vantaggio con Cavani. La scena non muta nella ripresa. Il Napoli tende a lasciare il predominio del gioco al Chelsea, ma è una tattica voluta. Appena l’azione degli inglesi s’infrange sulla linea difensiva, gli azzurri fanno valere le loro doti di contropiedisti e per il Chelsea sono dolori. Così nasce il terzo gol degli azzurri, ancora con Lavezzi. Così i padroni di casa sfiorano la quarta marcatura con Maggio il cui tiro viene respinto sulla linea di porta da Cole. Sarebbe stato il trionfo dei trionfi, ma anche così può andar bene lo stesso. Il sogno continua

ENZO TORINO