Trieste

Ha il mare dentro, ma sa ancora di Austria e Sachertorte: Trieste è facile da conquistare, ma soprattutto ancora più facile è esserne conquistati, dalla bellezza e dalla maestosità.

bbbbbbbbbbbbbbArrivati a Trieste, bisogna assolutamente rinunciare alla macchina: è una città dove passeggiare è sempre piacevole. Inoltre, senza macchine al seguito si evitane multe molto salate, dal momento che i vigili, qui, sono inflessibili. Attenzione agli ombrelli: la pioggia qui può arrivare sempre, anche in primavera. E le folate di vento, anche se non si tratta di vera bora, sono sempre forti al punto da rovesciare gli ombrelli. Per ripararsi, allora, meglio un cappello da portare sempre in tasca, o in borsa.

Per i 150 anni d’Italia andrebbe messa in programma una visita a Trieste, città di grande fascino e ultima terra “redenta”. Un viaggio fin qui è davvero un viaggio nella storia d’Italia. Non per niente, la piazza più bella della città si chiama piazza dell’Unità d’Italia. Splendidi palazzi, grande atmosfera, luci azzurre che illuminano la sera, il fascino antico del Caffè degli Specchi.

“Trieste” scriveva Umberto Saba, “ha una scontrosa grazia”. Più facile scoprirla andando incontro alle abitudini del suo popolo, coraggioso e fiero. Adora ritrovarsi nei caffè: al San Marco, il preferito di Svevo; al Tommaseo, aperto nel 1830, il più antico della città; alla pasticceria Pirona, dove andava Joyce; all’Antico Caffè Torinese, un gioiello liberty.

dgn  gfIl tour delle birre è uno dei grandi piaceri di Trieste. Sono molti i luoghi che meritano una visita: la birreria Forst, la Città Vecchia, le birrerie-buffet come Pepi.

La Premiata Pasticceria Penso propone non solo la tipica produzione dolciaria triestina, a cominciare dalla torta carsolina, ma anche le specialità austroungariche. Si dice che la Sachertorte più buona sia fatta proprio qui.

Con la bella stagione si va nei “topolini”, stabilimenti balneari che dalla riviera di Barcola arrivano fino in città. Hanno terrazze semicircolari sopraelevate rispetto alla strada e diventano il centro della vita, diurna e notturna, di Trieste.

La salsa Liptauer è uno dei tesori della gastronomia locale: è a base di vari formaggi mixati con burro, cipolla, ricotta, senape, cetriolini, paprika dolce. Ottima sui crostini di pane.

Grandi architetture, molte delle quali datate proprio intorno al 1860 e 1870. Il Palazzo delle Assicurazioni Generali, ad esempio, oggi grande centro di potere, è un maestoso edificio in piazza Duca degli Abruzzi, progettato dall’architetto Eugenio Geiringer che lo realizzò pensando ad un luogo dal quale fosse possibile abbracciare con lo sguardo il porto e il golfo. E’ una delle più interessanti testimonianze architettoniche dell’Ottocento triestino.

ffgdsgbfsgbVisita subacquea guidata nella Riserva Marina di Miramare. Serve, naturalmente, il brevetto. Le immersioni vengono effettuate in un corridoio in corrispondenza con la scogliera del Castello di Miramare.

La foiba di Basovizza, in origina un pozzo minerario, fu scavata all’inizio del XX secolo per intercettare una vena di carbone, ma presto abbandonata per scarsa produttività. Il 29 e 30 aprile 1945, l’abitato di Basovizza fu teatro di combattimenti tra le forze jugoslave, giunte a liberare Trieste, e unità tedesche in ritirata. Ma poi le truppe jugoslave di occupazione trucidarono militari e civili italiani. Dal 1992 è Monumento Nazionale.

Cavour si celebra proprio qui, con una mostra, aperta fino al 5 giugno e intitolata “Cavour & Trieste”. A duecento anni dalla nascita dello statista piemontese, la città che fu una tappa importante per la sua formazione politica e umana ospita conferenze, film, documentari. Cavour visitò Trieste a lungo nel 1836. Mappe della città, testi di statistica economico-commerciale e sullo sviluppo delle ferrovie, opere di Cavour e libri sulla sua attività, permettono di conoscere alcuni aspetti meno noti del periodo del Risorgimento italiano.

qAnche Trieste ha un suo Canal Grande, nel Borgo Teresiano, dove si concentra la città mitteleuropea e multietnica. C’è una statua di James Joyce che qui soggiornò a più riprese, tra il 1904 e il 1920. Lo scrittore irlandese amava frequentare il Caffè San Marco, allora ritrovo degli intellettuali triestini e della nobiltà cittadina. Qui conobbe anche Italo Svevo.

Il tramonto più bello è a Sistiana, abbracciata da falesie di 60 metri, uogo che la natura ha premiato e che l’opera dell’uomo è riuscita a migliorare ancora. Musica, ambiente, aperitivi, cibo, spiaggia dove si medita o si balla. Un posto magico sempre.

Per glia amanti della dance, dominano la scena il Mandracchio, il vero must della vita notturna triestina, il Colonial Café Disco Bar e il modaiolo Viale 39. Affollati anche Grip, Befed e Machiavelli.

Roberta Morano