SUD, TERRA DI VELENI

Negli ultimi 30 anni milioni di tonnellate di sostanze tossiche provenienti dalle realtà industriali del ricco e prosperoso Nord – in prevalenza dal Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna – sono state sversate nelle terre casertane NEWS4con la complicità dell’imprenditoria, dei clan e dei politicanti locali.

Oggi al Sud si muore di tumore con una faciltà impressionante; le discariche abusive spuntano come i funghi, stanno ovunque. Solo nel napoletano se ne contano un centinaio e gli interventi sono rari. Ad esempio racconta l’attivista Francesco Rusciano: << Tra Scampia, Piscinola e Chiaiano, in seguito a denunce di cittadini, ho scoperto alcuni siti colmi di amianto e rifiuti tossici; orbene, denunciai tutto, ma dopo le caratterizzazioni delle Asl, la Regione non mi risulta abbia dato l’ok per rimuovere il materiale tossico, spesso sepolto in prossimità di campi coltivati. Sono passati mesi e l’amianto sta ancora lì. Perché?>> Già, perché? Forse è quello che si chiedono pure gli abitanti di Bagnoli che  manco più ci credono a una vera bonifica dell’area ex Italsider. Ormai non si ha nemmeno più il ritegno di seppellire i rifiuti; vengono bruciati in pieno giorno materiali di ogni tipo: scarti industriali, pneumatici, pellame, rifiuti e colle di calzaturifici accatastati ai bordi delle strade; la gente è esausta, muore, non ce la fa più. Lo Stato è totalmente assente.

NEWS 5Ma i campani, fieri e combattivi, non si arrendono; si organizzano in comitati, movimenti e col “fai da te” iniziano a denunciare i siti illegali, a ribellarsi ai tentativi di costruzione di ulteriori mostri tossici (come gli inceneritori) , a portare petizioni innanzi i vertici dell’Unione Europea. E così recentemente la Commissione Europea ha chiesto alla Corte di Giustizia di condannare il Belpaese a una multa di 56 milioni di euro vista l’omissione con cui si è attivata nel gestire il fenomeno delle discariche illegali e della gestione dei rifiuti. Invece il Comitato Fuochi ha dato via a un’iniziativa, sottoscritta da più di 30mila cittadini, che culminerà in una denuncia nei confronti della Regione Campania, delle Province di Napoli e Caserta e di ben 42 Comuni, per violazione dell’articolo 328 del codice penale (rifiuto d’atti d’ufficio e omissione), avendo fatto poco o nulla per fronteggiare e risolvere la problematica dei rifiuti, in una terra commissariata da 15 anni solo per far maggior cassa e consenso elettorale.

Ogni giorno nella Terra dei Fuochi vengono smaltite 30mila tonnellate di rifiuti tossici industriali, spesso attraverso repentini roghi. In questi 15 anni la Regione ha erogato ingenti fondi per la costruzione di un registro tumorale, utile NEWS 65per indagare sulle aree a maggior rischio ambientale tramite la correlazione con i picchi di mortalità da cancro; eppureancora il registro non esiste e i fondi chissà quali tasche avran riempito. La storia è sempre la stessa.

Negli anni ‘80 il Governo Somalo, in cambio di armi nostrane, consentì allo sversamento dei rifiuti tossici italiani nei propri confini territoriali; a partire dagli anni ’90 invece fu scelta una nuova maxi-discarica: la Campania. Il Sud in questi lunghi anni è divenuto una sacca elettorale, una colonia petrolifera, un bacino di manodopera a basso prezzo, un consumatore asservito di prodotti settentrionali; e dopo il 1990 il Meridione è diventata la pattumiera tossico-radioattiva europea, alla pari della Romania. Ecco che la teoria del battito d’ali della farfalla ritorna in auge. Tutto iniziò più di 100 anni fa e, tramite una serie di concatenazioni “causa-effetto” , siamo NEWS 59arrivati alla situazione attuale.Una situazione drammatica, voluta.

Ma le cose stanno cambiando e la gente si sta svegliando da un’apatia durata fin troppo. Grazie al web e ai social network le notizie girano con maggior velocità, si sta prendendo coscienza di sé, delle proprie radici, di quel che si è subito e di quel che si sta subendo. Molti scandali stanno venendo a galla e la cittadinanza attiva, armata di telecamere e macchina fotografica, sta dando luogo a un nuovo fenomeno di massa caratterizzato dal “fai da te” informativo.                                            Mai come in questi ultimissimi anni sembra tornare alla ribalta la famosa frase pronunziata dall’eroe Paolo Borsellino: <<Un giorno questa terra sarà bellissima>>. Intanto, diamoci da fare.

Di Alessia Viviano