ROSSANA PODESTA’ RACCONTA A MAX IL “SUO” BONATTI

Da un’infanzia difficile all’ultima offesa sul letto di morte: per la prima volta la compagna di una vita racconta i lati più nascosti di Bonatti Privati. Struggenti. Ricordi di una vita vissuta accanto al mito.K2, ATTUALITA'scalate solitarie, reportage ai confini del mondo in condizioni estreme, la bussola sempre tesa verso l’osare. Così Rossana Podestà ricorda Walter Bonatti ad un anno dalla scomparsa, intervistata in esclusiva da MAX, giovedì 6 settembre in edicola, su iPad e online sul nuovo canale di Gazzetta.it “Altre passioni”, max.gazzetta.it, aprendo in anteprima l’archivio fotografico privato di famiglia. “Non ha mai avuto una sua casa, la sua patria era il mondo. È sempre stato nomade, un po’ ramingo, anche se poi alla fine abbiamo messo radici a Dubino”, afferma la compagna di sempre, che ai microfoni di MAX svela il segreto del suo Walter: “Tutto credo abbia origine dalla sua infanzia: fu un bambino molto solo, con tanti problemi, cresciuto sempre con questa sua esagerata ingenuità, una grande fiducia nell’uomo e nella natura. Era un bambino che osava, a 10 anni attraversò il Po a nuoto. Da solo”. Una solitudine che l’ha accompagnato sul letto di morte, dove Rossana, racconta per la prima volta, è stata esclusa, non essendo legalmente coniuge: “È la tragedia più grande della mia vita, che non riesco a metabolizzare. Sto sette ore seduta per terra fuori dalla stanza di rianimazione senza sapere cosa succede lì dentro. Poi mi fanno entrare per l’ultimo saluto dicendomi che è ancora vivo, ma Walter era già morto: gli tenevano ancora l’ossigeno ma io mi sono accorta che la macchina segnava una linea piatta. Avete mentito fino alla fine!, gli ho urlato… Walter da piccolo è cresciuto da solo, e da solo è morto”. Un amore per la solitudine e l’ossessione per la sfida: “Lui non andava in giro come un etologo, lui era come un animale e come tale si voleva confrontare con gli altri esseri viventi, alla pari. Nessun altro uomo ha attraversato il Serengeti da solo, a piedi e senza fucile”. Inviato speciale, il più spericolato, alla corte di Enzo Biagi, allora direttore di Epoca, finché il mondo, quello dell’editoria, ma non solo, cambiò: “Alla fine degli anni Settanta il nuovo direttore di Epoca, Andreina Vanni, lo focusconvoca e gli dice che deve finirla con questo tipo di servizi, che deve cambiare, inventarsi qualcosa di nuovo. Come se si possa far diventare gli alberi blu o far risalire i fiumi verso le montagne per far contenta quella signora: ma la natura non si cambia… Per Walter fu un’enorme delusione, un colpo terribile». Lasciò il giornalismo, quel mondo, fino a non riconoscere più l’altro, quello della sua Italia: “Questo era il suo nervo scoperto. Impazziva nel vedere l’Italia di oggi, non sto a ripetere cosa diceva di Berlusconi e dei suoi governi, ma non poteva guardare un tg, era deluso di fronte a questo sfascio, voleva andarsene…”. Dopo anni di viaggi insieme, arrivò la malattia, che Rossana Podestà gli tenne nascosta: “Sono orgogliosa di averlo fatto. Ho ricevuto centinaia di lettere di gente indignata per quello che ho fatto, mi hanno massacrata, e a tutti ho risposto che li capivo, che avevano ragione, che ho fatto una cosa che non si deve fare. Ma io conoscevo il mio uomo, se glielo avessi detto mi si buttava giù dalla rupe. Mi avrebbe detto “vado a fare una passeggiata” e non sarebbe tornato. Non volevo dargli la possibilità di fare una cosa del genere. Abbiamo cercato solo di regalargli gli ultimi due mesi di felicità”. Accanto al dolore degli ultimi istanti, Rossana ricorda con gioia l’attimo dell’innamoramento per quel folle, grande uomo per il quale abbandonò il Cinema, seguendolo in giro per il mondo. Ad oggi, ne è convinta, il suo Walter non sarebbe replicabile: “Non sarebbe lo stesso perché non avrebbe vissuto la stessa infanzia, la guerra, una vita selvatica, senza scuola. Avrebbe forse provato lo stesso a fare l’esploratore, magari l’oceanografo, ma non certo come quei buffoni che in tv prendono i serpenti con le mani e poi finiscono male. Quando li vedeva cambiava canale”.

di Redazione