Referendum su Mirafiore

ImmagineLandini avverte la Cgil Impossibile firmare quell’accordo Il lader della Fiom vedrà oggi il segretario nazionale Susanna Camusso. “Referendum? In Italia si vota solo quando decide Marchionne”. Bombassei: “La parola deroga non significa che il contratto è peggiorativo. Mi auguro che il Lingotto rientri in Confindustria”La firma tecnica non esiste: gli accordi si firmano o non si firmano. A poche ore dall’incontro tra le segreterie di Cgil e Fiom 1per fare il punto delle azioni da intraprendere nell’eventualità che passi il referendum su Mirafiori, il leader delle tute blu della confederazione di Corso Italia, Maurizio Landini, mette in chiaro la posizione dei metalmeccanici che dirige. Lo fa nel corso della trasmissione In mezz’ora con al fianco il vice presidente di Confindustria e membro del Cda di Fiat Industrial, Alberto Bombassei. C’è uno statuto che impedisce di firmare accordi del genere. L’incontro con la Cgil lo abbiamo chiesto noi visto che anche la Cgil considera grave l’atteggiamento della Fiat. Si deve dunque valutare l’accordo e decidere le azioni da mettere in campo in risposta. La nostra posizione è molto precisa ed è anche appoggiata da una lettera arrivata oggi dei 27 delegati della rsu della Fiom”, taglia corto Landini. Che sferra un attacco all’ad della Fiat: “In Italia si vota solo quando lo decide Marchionne, sotto ricatto. La democrazia funziona solo quando lo dice Marchionne e la gente non può dire di no”. Parole che provocano la reazione di Bombassei: “‘Il referendum non è un ricatto e non lo decide Marchionne, ma i sindacati che hanno sottoscritto l’accordo e che per questo vanno rispettati anche dalla Fiom”. Controreplica di Landini: “Ci deve essere pari dignità tra lavoro e imprese votare sì all’accordo di Mirafiori è come se si dicesse ai cittadini di Torino di uscire dall’Italia in tempi in cui si celebrano invece i 150 dell’Unità. E’ il contratto nazionale che fa l’unità del Paese”. L’unica apertura del leader dei metalmeccanici della Fiom quando si dice disponibile “a riaprire le trattative per riconquistare un contratto nazionale degno di questo nome. Ci deve essere pari dignità tra lavoro e impresa perchè in un sistema democratico o c’è una mediazione tra due interessi o non c’è. E’ il contratto nazionale che fa l’unità del paese: quello aziendale invece la rompe. Non solo. I contratti nazionali servono anche alle imprese per far sì che la competitività non si giochi sui diritti e sui salari”. Bombassei, invece, difende le mosse di Marchionne. “La parolderoga non significa che il contratto è peggiorativo, può anche essere migliorativo. In questo caso non c’è nessuna violazione dei diritti dei lavoratori”. All’accusa di Landini che Fiat sugli accordi di fabbrica è uscita da Confindustria, Bombassei replica che “non è corretto dire che Fiat è uscita da Confindustria, in realtà, vista la riorganizzazione, non è entrata, perché sono nate due NewCo. E’ una scelta tecnica, ci auguriamo sia temporanea e strumentale”.

A cura di Rita Esposito