Proteste in Sicilia, lo sciopero continua da lunedì

mdfÈ nato dalla volontà di un gruppo di autotrasportatori lo sciopero che ha paralizzato la Sicilia, e che si è presto diffuso anche in Calabria, trovando ampio sostegno e assensi diffusi in tutta Italia. Da lunedì scorso ormai va avanti la protesta del cosiddetto movimento dei Forconi, che pare aver provocato danni all’economia per circa 500 milioni di euro. Esaurite o in via di esaurimento le scorte di cibo, carburante e anche medicinali: gli scaffali nei supermercati sono vuoti, i negozi sono chiusi, le strade sono bloccate; in Sicilia ormai l’unica cosa presente in discrete quantità sono i rifiuti. Ma i contestatori sono inamovibili, e per di più si attende l’effetto domino nelle altre regioni. Sull’isola le chiamano le “Cinque giornate di Sicilia”. Il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, esprime preoccupazione per quanto riguarda la “pulizia” della protesta: “Abbiamo evidenza che in molte manifestazioni e nei blocchi che stanno creando tante difficoltà in Sicilia sono presenti esponenti riconducibili a Cosa Nostra. Questo non significa che la mafia sia dietro le manifestazioni, ma siamo preoccupati che un disagio reale della gente dell’Isola sia cavalcato da personaggi senza credibilità e dal dubbio passato, da infiltrazioni della criminalità organizzata e da altri fenomeni che finiranno solo per aumentare un ribellismo generico che non risolverà alcun problema”. In effetti, alcuni episodi “sospetti” ci sono stati, considerato che a quanto pare diversi esercizi sono stati “costretti” a chiudere a seguito di intimidazioni da parte di gruppi di persone in motorino, che girano controllando che tutto (non) funzioni. Maurizio Zamparini, il presidente del Palermo, a queste insinuazioni ribatte: “Mafiosi sono quelli che stanno uccidendo l’Italia che produce, non i manifestanti”.

Germana de Angelis