Omaggio a pergolesi

roberto de simoneRoberto De Simone è il protagonista culturale di questo 2011 partenopeo, e non solo. Mentre il San Carlo lo sceglie per inaugurare la sua stagione con una speciale rivisitazione del paradigma dell’opera seria settecentesca, che Pergolesi compone su soggetto di Metastasio, Grimaldi, grazie anche agli sforzi privati dell’associazione “Amici del San Carlo”, rappresentata dal suo vicepresidente Angioletta de Goyzueta, pubblica il suo testo “Omaggio a Pergolesi”. A comporre questa pregiata lettura, insieme alle quattro odi che l’etnomusicologo ha scritto e messo in musica per la sua particolare rivisitazione in programma al teatro lirico napoletano fino al 29 gennaio, c’è l’analisi puntuale ed elegantemente argomentata di quella che fu la musica classica del ‘700 napoletano. Un periodo glorioso per le arti, e soprattutto un periodo glorioso per Napoli che insieme a Vienna e Parigi deteneva l’egemonia culturale. Giovanni Battista Draghi è la perfetta essenza di tutto ciò. Non catalogabile, indefinibile, sfuggente, eppure universale, immediato, chiaro. «Un artista, un personaggio, la cui grandezza è data tutta dall’identità napoletana che seppe assorbire, vivere e diffondere. La scuola partenopea (presso cui s’era formato, ndr) -precisa De Simone- era la prima nel mondo per il talento nel coniugare oralità e scrittura». Pergolesi come simbolo di una rinascita, di un futuro sempre più auspicabile, di un domani sempre più legato al sapere, alla conoscenza, allo studio e alla consapevolezza delle origini, delle tradizioni, delle radici. «Occorre un “nuovo Umanesimo”, che può avvenire solo attraverso il recupero di un’identità -sottolinea De Simone-. Riappropriamoci di questo sentimento identitario e lasciamo che riviva nelle nostre scuole, nelle nostre università. Solo così sarà possibile dare inizio ad una nuova politica regionale e nazionale di risveglio culturale, ad un’azione che ci svegli da questo imperante eurocentrismo». L’ars oratoria dell’eclettico De Simone riempie le pagine del volume edito da Grimaldi, una lettura che merita d’esser fatta, e soprattutto merita che la si metta in pratica.

A cura di Rosaria Morra