Nisida è un’isola e nessuno lo sa!

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Nisida è un’isola e nessuno lo sa! E’ la frase del testo si una nota canzone di Eduardo Bennato, intitolata appunto,  “Nisida”.  L’isola – perché Nisida a tutti gli effetti è un’isola –  ma per molti partenopei non è considerata tale.  A  chi l’osserva da Capo Posillipo, essa appare come un continuo della discesa Coroglio,  per quel lembo di strada che la congiunge alla terra ferma. Il professor Antonio Lazzarini (storico della cultura e tradizioni partenopee)  scrive in un suo articolo apparso sul magazine “Posillipo Story” che l’isola  “fu detta dai partenopei Nysitha e dai puteolani Zoppia, dal nome dell’antico vulcano Gipeum”. Essa era  ritenuta quasi un confine ideale tra i golfi di Napoli e di Pozzuoli. Il Lazzarini nello stesso articolo scrive di un episodio che vide l’inconsapevole coinvolgimento dell’isola (intorno l’anno 1620) in vicende poco pulite ch’ebbero per protagonista il principale Giambattista di Gennaro, nuovo signore del luogo, coadiuvato da tre frati di dubbia reputazione. “Il di Gennaro non pago di avervi installato una base per lo spaccio di monete false che i tre religiosi  coniavano, nottetempo, nella famosa “villa degli spiriti” a Marechiaro, si dava anche ad atti di pirateria depredando le piccole imbarcazioni che facevano la spola tra Pozzuoli e Napoli, nel momento in cui erano costrette a rallentare la velocità per scansare i bassi fondali tra Trentaremi e porto Pavone”.

Rosario Scavetta