Napoli ha un nuovo arcivescovo: Papa Francesco nomina “Domenico Battaglia”

A cura di Teresa Lucianelli:

Confide, surge, vocat te, – “Coraggio, alzati, ti chiama!”: ecco il motto del “prete di strada”, nuovo pastore che è ora alla guida della Chiesa di Napoli: monsignore Domenico Battaglia, la sua nomina da parte del Santo Pontefice è stata annunciata nel giorno in cui si festeggia la Madonna di Guadalupe.

“Spero di diventare parte viva di Napoli. Non conosco ancora i vostri volti, ma tendo le mie mani a tutti voi: non solo a chi condivide la speranza cristiana ma a tutti coloro che, in modi diversi, si impegnano ogni giorno, pur nella durezza del vivere quotidiano, a rendere più umana l’umanità, più civile la civiltà. Vengo con cuore aperto, specialmente verso coloro che sono i feriti della vita, verso tutti i cercatori di Dio e verso tutti quelli che Dio cerca. Vengo verso i promotori del bene, della giustizia e della legalità. Vengo come un viandante che desidera camminarvi accanto”. Così il nuovo arcivescovo metropolita di Napoli, monsignor Domenico Battaglia – Don Mimmo, come preferisce farsi chiamare – si è rivolto in una lettera ai fedeli dopo la nomina ricevuta dal Santo Pontefice.
In riferimento ai napoletani: “tra i valori che più apprezzo nella loro evidenza, emergono quelli dell’ospitalità e dell’accoglienza. Anche io spero di essere accolto in questa grande famiglia e di diventare parte viva di questa terra”.
Rivolgendosi al cardinale Crescenzo Sepe: “Vorrei prima di tutto ringraziare con voi Sua Eminenza per il servizio svolto in tanti anni tra voi. La familiarità, la paternità, l’attenzione alla carità che hanno caratterizzato il suo ministero, sono i segni che volentieri raccolgo per continuare ad annunciare il Vangelo”.
Infine, appellandosi a “San Gennaro e Sant’Aspreno, primo Vescovo di Napoli, continuino a intercedere per tutti noi” e ha concluso: “Beneditemi anche voi e pregate per me”.

57 anni, calabrese, Battaglia è il nuovo Arcivescovo Metropolita di Napoli in sostituzione del cardinale Crescenzio Sepe, 77 anni, che lascia la diocesi dopo averla guidata egregiamente dal 2006, già in “prorogatio” da due anni. Papa Francesco ha accettato la rinuncia inoltrata dal cardinale Sepe, per i raggiunti limiti di età.

“Da un finestra si vede il mare e voglio morire con il mare negli occhi”: queste le parole del Cardinale Sepe, per quattordici anni alla guida dell’arcidiocesi partenopea, arrivato per volontà di Papa Benedetto XVI, come successore del cardinale Michele Giordano, lasciando un prestigioso incarico: quello di prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, Propaganda Fide, nella Curia romana.
Sepe non abbandonerà la sua amata Napoli. Vivrà in un appartamento sulla collina di Capodimonte, in un edificio attiguo alla basilica del Buon Consiglio. Da là si vede il mare di Napoli di cui è innamorato. I passato, vi hanno vissuto, dopo il pensionamento, i suoi predecessori: i cardinali Michele Giordano e Corrado Ursi. Ora è amministratore apostolico della diocesi partenopea, fino all’arrivo ufficiale a Napoli di Battaglia.
Rivolto ai sacerdoti e ai fedeli, Sepe ha precisato: “anche se resto a Napoli, l’arcivescovo sarà uno solo. Io mi dedicherò alla preghiera e alla lettura”.
Ha poi donato la sua biblioteca al seminario di Aversa, sua diocesi di origine, dove ha compiuto i primi passi della formazione.
Ordinato sacerdote è infatti entrato alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, dove viene formato il clero per il servizio diplomatico, che ricoprirà nelle Nunziature apostoliche particolari incarichi.

Grandi responsabilità e un’importante missione in tempi difficili, attendono la nuova guida della Chiesa di Napoli.
Al suo attivo, una lunga e concreta esperienza tra gli ultimi, nel sociale e nella solidarietà. Durante l’attività pastorale nell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, l’interesse di Don Mimmo è stato rivolto ai più deboli e agli emarginati e dal 1992 al 2016 ha guidato il Centro calabrese di Solidarietà, una comunità particolarmente impegnata nel trattamento e nel recupero dei tossicodipendenti, che ha ospitato migliaia di ragazzi risucchiati nel vortice della drogata e dell’alcol e tanti disagiati con gravi problemi familiari.
Battaglia è stato attivamente impegnato sul campo anche al fianco dei malati di Aids, e ha sostenuto le famiglie degli assistiti.
Dal 2016 alla diocesi nella cattedrale di Cerreto Sannita, si è insediato soltanto dopo avere visitato l’istituto penale per i minori di Airola nel Beneventano, lanciando così un messaggio chiaro alla comunità dei fedeli.
Col suo nuovo mandato, ha dato inizio a una serie di attività dedicate ai meno fortunati, ai poveri. Poco dopo è nata “iCare”, cooperativa sociale di comunità creata per “prendersi cura di tutte le fragilità esistenti sul territorio”.

Originario di Satriano in provincia di Catanzaro, Domenico Battaglia nel 2016 è stato nominato vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti (Benevento).
È nato il 20 gennaio 1963 a Satriano, in provincia di Catanzaro, arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace, e ha seguito gli studi filosofico-teologici al Seminario San Pio X di Catanzaro.
Il 6 febbraio 1988 viene ordinato sacerdote. Rettore del Seminario Arcivescovile liceale di Catanzaro e membro della Commissione diocesana Giustizia e Pace dal 1989 al 1992, poi amministratore parrocchiale a Sant’Elia, quindi parroco della Madonna del Carmine a Catanzaro, direttore dell’Ufficio diocesano per la Cooperazione missionaria tra le Chiese. Ancora, parroco a Satriano dal 1992 fino al 1999. Poi la nomina quale collaboratore del Santuario Santa Maria delle Grazie di Torre Ruggero, collaboratore parrocchiale a Montepaone Lido, amministratore della Parrocchia di Santa Maria di Altavilla a Satriano e, dal 1992, presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, struttura legata alle Comunità terapeutiche (Fict) di don Mario Picchi.
Nel 2000 diventa vice presidente della Fondazione Betania dell’Arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace; vi rimane fino al 2006 quando passa a ricoprire, per nove anni, ha l’incarico di presidente nazionale della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche.
Diviene vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti il 24 giugno 2016, consacrato il seguente 3 settembre.
Ora la nomina a Napoli.