La personale di Serenella Sossi alla Galleria Monteoliveto

IMG_0077Fino al 23 dicembre la Galleria Monteoliveto ospita “Visibile e invisibile: oltre il mito”, la personale di Serenella Sossi allestita con il patrocinio del Consolato generale d’Italia a Nizza, del Club artisti franco-italiano, del Coalcit Comitato per le attività linguistiche e culturali italiane e dell’Associazione stArt di Nizza (infoline 08119569414 – www.galleriamonteoliveto.it – galleriamonteoliveto@gmail.com). «L’intera esposizione è il trionfo del dualismo, gli opposti s’incontrano e imparano a convivere, tanto concettualmente quanto matericamente. Le sculture così morbide nei contorni si affiancano ai dipinti dove l’olio si stende sulla tela accogliendo spesso stilizzate figure umane o eleganti simboli. In questa carrellata di opere dai colori decisi e dalle forme compatte s’inseriscono lavori dove il mito e la contemporaneità sono protagonisti, senza mai dimenticare il tema tanto caro delle “gru”». Così il critico d’arte Damiano Gedressi descrive la ricca e imponente mostra dell’artista imperiese, eclettiva, vulcanica e ironica, tratto, quest’ultimo, che appartiene a pochi dei suoi colleghi e che la IMG_0076rende, pertanto, speciale. Serenella Sossi, infatti, è presente in ogni creazione con il suo spirito libero e acuto, con il suo vedere le cose senza veli, senza preconcetti, senza pregiudizi, con la sua schiettezza e sincerità intellettuali, espresse tanto nella pittura quanto nella scultura, tanto con la materia quanto con il concetto. La sua Calypso, infatti, esce da un mare nero, da un sole rosso, sprigionando tutta la passionalità che ha dentro, mentre le sue gru, il suo passaggio, il suo mezzo, il suo domani si stagliano in cieli tersi, e poi c’è la contemporaneità, come il tragico evento delle Torri gemelle, rappresentate in tutta la cruda realtà della tragedia che le ha travolte, e, infine, l’Islam e il suo universo. La mostra, che chiude la stagione espositiva 2011 dello spazio all’11 di piazza Monteoliveto, rappresenta una interessante occasione di confronto «verso un’arte che -spiega Chantal Lora- si pone domande e stimola riflessioni» mai sterili.

Rosaria Morra