LA MARCIA DELLA VITA!

Questo il nome della manifestazione di massa promossa dalla Diocesi di Aversa tenutasi venerdì 4 Ottobre con partenza dal comune di Orta di Atella e arrivo presso il Santuario di Campiglione sito a Caivano. In prima linea i sacerdoti di giovani 2Caivano Don Maurizio Patriciello e Don Peppino Esposito, da anni impegnati nella battaglia contro i rifiuti tossici.

L ‘area territoriale è compresa tra i comuni di Qualiano, Giugliano in Campania, Orta di Atella, Caivano, Acerra, Nola, Marcianise, Succivo, Frattaminore, Frattamaggiore, Mondragone, Castelvolturno e Melito di Napoli. Si caratterizza per lo sversamento illegale di rifiuti, anche tossici, da parte della Camorra, e in particolare dal clan dei Casalesi. In molti casi, i cumuli di rifiuti, illegalmente riversati nelle campagne, o ai margini delle strade, vengono incendiati dando luogo a roghi i cui fumi diffondono sostanze tossiche, tra cui diossina, nell’atmosfera e nelle terre circostanti. L’inquinamento da diossina dei terreni è estremamente rischioso perché introduce sostanze tossiche nella catena alimentare degli animali da allevamento e può raggiungere anche l’uomo. Il fenomeno non è solo territoriale, i nostri prodotti vengono esportati in tantissimi paesi e il rischio contaminazione è generale non solo del Sud.

“La Terra dei fuochi non deve morire!”. Questo è lo slogan che sta facendo il giro del web da giorni ormai, insieme all’iniziativa lanciata su Facebook dalla blogger Selvaggia Lucarelli che ha invitato vip amici a postare un autoscatto in cui mostrano cartelli con i nomi dei Comuni che rientrano nel perimetro delle terre avvelenate. L’hanno già ascoltata Fiorello, Alessia Marcuzzi, Emma, Fabrizio Frizzi, Caterina Balivo, Paola Perego, Antonella Clerici, Federica Pellegrini e molti altri.

giovani  1Più di 50.000 i presenti alla Marcia per la Vita. Non si è mai visto in questa terra un movimento così, ma non dev’essere sprecato. Ogni volto raccontava una storia, ogni persona ha voluto condividere il proprio dolore, così come la presenza di uomini, donne e bambini malati ci aiuta a capire che è arrivato il momento di fare qualcosa. Niente simboli, niente bandiere, solo tanti striscioni che urlano il dolore ma anche la speranza. «Perché la loro morte non sia inutile», si legge. Dolore e speranza, rappresentati anche dai colori dominanti nelle magliette, il nero e il bianco. Bianco come centinaia di palloncini che alla fine, davanti al santuario della Madonna di Campiglione a Caivano, si alzano verso il cielo. E il cielo ritorna anche nella parole di monsignor Spinillo. Ricorda che «cinquanta anni fa un Papa, Giovanni XXIII, in un famoso discorso parlò della luna e del nuovo cammino di un popolo capace di annunciare la pace. Questa sera – aggiunge il vescovo – la luna non c’è ma anche noi siamo un movimento nuovo della storia». E allora, conclude citando nuovamente “Papa Giovanni” e quel suo discorso, «tornate a casa con la speranza e date una carezza ai vostri bambini. Auguro a tutti di portare questa speranza nuova che dipende da noi, per i nostri bambini. Portate a casa questo grande desiderio di vivere». Scende la benedizione sui 50mila, seguita da un lungo applauso. Tutti ancora increduli di una giornata così intensa.

“Restituiteci il diritto alla vita!”. La Terra dei fuochi non chiede altro. Tutti i cittadini di questo paese hanno dimostrato di esserci e combattere, ma non possono farlo da soli. Abbiamo bisogno di qualcuno che ci tenda la mano e ci aiuti in questa importantissima battaglia.

A cura di Pasqualina Morsino