LA GUERRA DEL FUTURO

Fino a pochi anni fa, quando si parlava di protesta, l’immagine comune che suscitava era quella delle grandi manifestazioni in piazza. Oggi, con lo sviluppo e la diffusione delle nuove tecnologie e di internet, anche i modi per creare scalpore sono cambiati.
FOCUSAnonymous è il nome con cui si definisce, e si auto-definisce, un gruppo di utenti che, attraverso la propria capacità informatica, svolge azioni di protesta online. Tale comunità sceglie di rimanere anonima, come suggerisce il nome, ma un’importante caratteristica è che essa non presenta né un capo né alcun tipo di gerarchia. Anonymous è un gruppo in cui gli obiettivi comuni, valorizzano la forza del singolo individuo. Le azioni di protesta non sono organizzate in collettività, ma l’ideologia comune che li lega, li porta ad agire verso la stessa direzione. In tal modo, essi riescono a raggiungere grandi risultati, attraverso l’addizione delle azioni di ogni individuo.
I temi di protesta sono i più svariati: dallo sfruttamento lavorativo al razzismo, dalla censura al rapporto intrusivo tra l’Occidente e i Paesi meno sviluppati. Riguardo quest’ultimo tema, vi è una questione che ci tocca maggiormente, infatti anche l’Enel ha dovuto affrontare gli attacchi di questo gruppo. La protesta nasceva perché l’Enel aveva cercato di edificare degli impianti idroelettrici in Guatemala, precisamente nel municipio di Cotazal, contro la volontà delle popolazioni indigene, che protestavano da gennaio. L’ausilio del gruppo è giunto attraverso un attacco al sito della compagnia elettrica, la notte del 25 marzo 2011.
Gli Anonymous non si definiscono dei terroristi, bensì una legione. Essi sono l’esercito del mondo informatico, e dispongono di potenti armi virtuali. Considerando che l’organizzazione dei Paesi più sviluppati si sta muovendo, sempre più, verso una completa strutturazione informatica, è come se loro si trovassero già un passo avanti, se non di più. Questa nuova predisposizione organizzativa del mondo, porta ad ipotizzare anche un eventuale spostamento del campo di battaglia nei conflitti tra Stati. Le guerre si svolgeranno su campo informatico. I danni e le perdite di un Paese si potranno registrare in base ai sistemi attaccati, e le armi virtuali, che prima ho nominato, diverranno più concrete e pericolose di una bomba. Gli hacker diverrebbero i nuovi soldati. Attaccare il sistema informatico di uno Stato, manderebbe in crisi l’intero Paese. Naturalmente, come in ogni guerra, chi ne risentirebbe di più sarebbe il popolo, totalmente estraneo all’informazione. Tale aspetto sarebbe fortemente compromesso; le notizie diverrebbero limitate e manipolate, e la censura diventerebbe un’arma importantissima nelle mani del governo. Anche in questo caso, mandando in tilt un intero sistema governativo, si giungerebbe alla miseria. L’unico tipo di difesa diverrebbe il miglioramento del livello di sicurezza informatico, cui tutt’oggi si sta provvedendo.
Purtroppo, gli effetti della guerra rimarrebbero gli stessi. Cambia la tipologia, ma il risultato è invariato. Però, se si dovesse davvero giungere a una guerra informatica, si potrebbe addirittura annullare un Paese in un solo giorno. Probabilmente le guerre sarebbero più devastanti dal punto di vista organizzativo, poiché lo Stato dovrebbe provvedere a ristrutturare da zero una formazione avvenuta nel corso di anni ed anni. Non si parlerebbe di strutture edili, naturalmente, ma commerciali, economiche, finanziarie ed amministrative.
La nuova forma di protesta portata avanti dagli Anonymous, quindi, potrebbe trasformarsi in una nuova forma di guerra, in cui i combattenti, agendo da lontano, rimarrebbero ignoti, perdendo importanza, in tal modo, anche l’azione diplomatica.
Se da una parte tale protesta garantisce una maggiore efficacia, adeguandosi anche ai tempi odierni, dall’altra, l’immagine dell’uomo che scende in campo e pone se stesso in primo piano per lottare per i propri ideali, sarà anche antica, ma colpisce ancora, e anche se sarà sostituita, sicuramente non verrà dimenticata.
Concludo citando una frase del movimento, che li descrive perfettamente con poche parole e preannuncia il loro sviluppo: « Noi siamo Anonymous. Noi siamo legione. Uniti come uno, divisi da zero. Noi non perdoniamo.
Noi non dimentichiamo. Aspettateci! »

Sara Falcone