IL PROBLEMA DEGLI ITALIANI

Più di un’accusa mossa contro il popolo dall’entusiasmo e dalla generosità perenne, che a furia di esaltare le virtù, ha perso completamente la cognizione di ciò che lo rende moralmente inadatto ad affrontare problematiche ( alias sacrifici ) . Anni di illusioni accompagnati da una retorica artic ita.lche, con il populismo di una opposizione (qualsiasi), non ha risolto, non ha spento, bensì alimentato roghi di riscatto popolare. L’immensa cultura che da secoli ci contraddistingue, deve ora, per forza di cose (come da mesi ripetiamo instancabilmente) essere affiancata da segmenti di pragmaticità diffusa, soggiogando l’individualismo e la serie di processi involutivi. Non c’è più tempo. Volendo trasfigurare il tutto su un piano propriamente filosofico potremmo addirittura considerare l’atteggiamento italiano come frutto di un’elaborazione epicurea. Per meglio intenderci, la mentalità del ” poco e subito purché si abbia” ( forma aulica speculare di un insieme di più macchinosi intrighi), ci ha letteralmente messo ko per quel che concerne la prospettiva socio-poltica (per le evidenti condizioni di disagio) e quella propriamente personale. E’ ovvio che scadere in un ostinato nazionalismo , significherebbe accelerare il passo del gambero che cammina all’indietro, ma una dose maggiore di criticismo abbinata al riconoscimento di proprie responsabilità (perché ognuno a suo modo contribuisce), risolverebbe almeno la questione sul piano morale , che non è poco dal momento che assistiamo ad una progressiva disintegrazione di valori umani, che se non tocca alcuni, recupera coinvolgendone molti altri . E’ tutta salita: perchè mentre un giovane si fa in quattro per terminare gli studi universitari e poter finalmente far capolino nel mondo del lavoro, la camorra e la mafia per far fronte ai propri appetiti (in un gioco-forza inconciliabile ) mangia avidamente rubando dai piatti; perchè mentre nelle università ci insegnano ad avere una coscienza critica, a non abbassare la guardia, ad essere partecipi, ad adottare schemi mentali che ci permettano di scrivere con una prosa corretta, incontaminata, personaggi come Di Pietro parlano in pubblico, ricoprendo un ruolo autorevole e volendo insistentemente rappresentare la parte pulita ( effettivamente emblematico il suo contributo con Mani pulite, ma sembra essere rimasto lì). E mentre la politica italiana spende più di quello che dovrebbe e potrebbe per mantenere fitti o camere in hotel a cifre impensabili, ci è stato ordinato di stringerci la cinghia e intanto c’è ancora chi basa la propria sopravvivenza sulla polemica contro Berlusconi. Allora qual è il nostro problema? Non riusciamo a metabolizzare, forse, o semplicemente , parliamo troppo!

Francesca Morgante