Hong Kong

1qf3Il nome Hong Kong è la trascrizione occidentale della pronuncia locale del mandarino Xiang gang, che vuol dire “porto d’incenso”. Hong Kong è dunque cinese al cento per cento e dal 30 maggio 1997 anche politicamente, al termine dei 99 anni di “affitto” da parte degli Inglesi. Ed è occidentale a tutti gli effetti anche per la selva di grattacieli, la frenesia dei businessman, il traffico, le auto di lusso, gli alberghi fastosi, la metropolitana pulitissima.

Il territorio è formato da oltre 250 isole, a cominciare da quella di Hong Kong, dalla penisola di Kowloon e dai New Territories, per una superficie totale di mille chilometri quadrati, abitata da sei milioni e mezzo di persone. Si atterra nel nuovo aeroporto, aperto con qualche grossa difficoltà tecnica un paio di anni fa, che comunque costringe ancora i grandi aerei a qualche slalom tra i grattacieli. Dall’alto si vede in un colpo d’occhio la baia di Aberdeen, con le giunche sulle quali abitano seimila persone, che s’increspa con le onde smosse dai rimorchiatori, che s’illumina di sera con il riflesso dei grattacieli di acciaio e di vetro, come quello altissimo (369 metri) della Banca della Cina.

advKoowlon è la zona più frequentata dai turisti, con alberghi famosi, un numero impressionante di ristoranti, il Museum of History e lo Space Museum, negozi, mercati e mercatini. Da Kowloon si prende il traghetto per l’isola di Hong Kong, dove c’è il Victoria Peak, (400 metri), raggiunto anche dal tram che parte da Garden Road. Bisognerebbe andarci due volte: di giorno, per vedere la baia, le montagne, la penisola, il continente, e di notte, per vedere Hong Kong illuminata.

Uno spettacolo indimenticabile.

A Koowlon bisogna assolutamente visitare il lungomare di Tmsishatsui, il mercato notturno di Temple Street, dove si vende di tutto (attenzione ai falsi!). Nel tempio di Wong Tai Sin ci sono gli indovini che leggono il futuro. Sull’isola di Hong Kong, imperdibili sono la Hollywood Road, con negozi di ogni tipo, Repulse Bay, la spiaggia più popolare, Central Market e il giardino botanico.

Ci sono molti motivi per visitare una città come Hong Kong. Innanzitutto per fare un viaggio nel futuro: in poco più di mille chilometri quadrati, questa città racchiude il bene, il male e tdvdautte le assurdità del domani; di giorno e di notte, le strade brulicano di gente, che corre veloce da un punto all’altro con un unico obiettivo: arricchirsi.

In secondo luogo, qui si può scoprire lo strano connubio che esiste tra Oriente e Occidente: il tempio degli affari e del capitalismo asiatico che convive sotto lo stesso tetto con l’ultimo impero comunista.

Ma anche per poter gustare la miglior cucina cinese di tutta al Cina, magari a bordo di un sampan, imbarcazione adibita a ristorante, caratteristico della baia. Oppure per fare dei buoni affari: Hong Kong è il più grande bazar del mondo e anche se i prezzi si sono alzati, sete firmate, cachemire, orologi e videocamere sono acquisti ancora parecchio convenienti. E infine, perché Hong Kong non è solo grattacieli e cemento: nel suo territorio sono stati istituiti ben 21 parchi naturali e nel suo arcipelago ci sono parecchie isole ancora deserte.

Roberta Morano