Gianmaria Giannetti: Se cade il cielo sulla mia testa…

2crocirossenell'infinitogiallo6-pollofilosofoUna serie di lavori che riportano il pubblico in una dimensione nuova, spaziale, onirica, fiabesca, stellare, è “Se cade il cielo sulla mia testa…”, la personale di Gianmaria Giannetti in mostra presso la Galleria Monteoliveto fino al prossimo 3 dicembre (www.galleriamonteoliveto.it – galleriamonteoliveto@gmail.com). «In realtà quando dipingo ho questi pensieri: la morte, la solitudine e l’immortalità, la partenza è seria poi il titolo cerca di sdrammatizzare il pensiero originale. Cerco di creare dei mondi nuovi, reali e paradossali per vivere meglio. Ma le domande chiave sono sempre quelle di partenza, sono le domande classiche della filosofia, della tradizione: dove siamo, chi siamo e dove andiamo? C’è un Dio???». È chiaro l’autore quando parla della sua arte, adopera un linguaggio che riprende tutte le incertezze dell’umanità e le mette su tela, le stende con profondità e immediatezza come se al posto del colore ci fossero i pensieri, uno stile che ricorda la semplicità dell’infanzia, ma che ad uno sguardo attento e curioso rivela tutto l’intimista desiderio di squarciare il velo dell’ignoranza e vedere la verità, anche se scomoda, anche se brutta, anche se spiacevole. Ogni mezzo, ogni oggetto, ogni situazione, si presta a questa ricerca, e diventa metafora, metonimia, diventa strada per cisonotuttiivivieimortiilconigliopensatoreconlegambestorteraggiungere l’obiettivo. Un evento espositivo impedibile, che si fregia del patrocinio dell’International Year of Astronomy e del Club Artisti Franco-italien di Nizza, un brillante occhio sull’universo, ovviamente fuori dal mondo, proposto con ironia e semplicità dell’artista meneghino, classe 1974, che vive e lavora tra Bari e Finale Ligure mettendo al centro delle sue opere «strani esserini seriali… che si muovono come acrobati… -spiega Antonella Marino-, sfidando le leggi di gravità e di ragione … appollaiati su eteree nuvole in cielo per un metafisico “sonno”, e sospesi in fila indiana su un mondo “che cade e cade infinitamente”». Lavori di una sconvolgente fragilità emotiva dov’è impressa con discreta forza la cifra stilistica dell’autore: il paradosso, strumento di una riflessione terza, profonda e attenta. Tra le opere esposte, infatti, anche “Verità di fede, verità di ragione”, lavoro recentemente censurato in Italia e presentato in anteprima a Nizza, destinato ad aprire l’eterno dibattito dell’essere umano di fronte all’esistenza, «come del resto tutte le opere dell’artista dove -spiega Chantal Lora, anima della Monteoliveto- fragili personaggi onirici e infantili vagano nello spazio illimitato alla ricerca di una verità ipotetica». La mostra, che ha chiuso ufficialmente l’importante evento dell’Anno Internazionale dell’Astronomia nel Sito Grand Sud-Est di Francia a Nizza il 19 gennaio 2010, per la sua tappa napoletana, inauguratasi con la presentazione del professor Gennaro Oliviero, curatore de “Il giardino di Babuk”, ha scelto una delle più importanti e prestigiose sedi dell’arte contemporanea, arricchita, per l’occasione anche di alcune sculture dell’artista Raffaele Fiorella.

A cura di Rosaria Morra