Gerusalemme

1Gerusalemme: la spianata delle moschee, il Museo dell’Olocausto e una miriade di ristoranti trendy con una gran vita notturna. E’ la città santa dove anche Mario Monti ha trascorso la Pasqua.

Lasciate a casa la paura. Non è ancora terra di pace, ma la sorveglianza è accuratissima. La crisi non ha risparmiato Israele, come dimostra la protesta degli Indignados. Hanno piazzato centinaia di tende, senza paralizzare le normali attività, ma le tende, di notte, restano vuote. Anche gli Indignados tornano a dormire a casa. A Jardinet, sul lago Tiberiade, dove si dice sia stato battezzato Gesù, un’orribile Disneyland propone un battesimo bis. No comment! Lo shabbat, il sabato, è di rigoroso riposo. Non si può, ad esempio, riconsegnare uan vettura a noleggio. E gli ascensori nei grandi alberghi non rispondono ai comandi: fanno un piano alla volta, per evitare che i fedeli spingano il pulsante.

2Scegliete Jaffa Gate e arrivare al Muro del Pianto. Superati i controlli e il metal detector, il Muro appare con tutta la sua potente spiritualità. Posto magico, per ogni fede.

I non musulmani hanno un solo accesso alla spianata delle Moschee, dalla porta Bab al-Maghariba. Abbigliamento rispettoso: se all’ingresso una maglietta a maniche corte passa inosservata, dentro sicuramente qualcuno farà notare, non sempre con toni gentili, che è “un luogo sacro, non una piscina”.

La Via Dolorosa, per noi via Crucis, è dentro la Città Vecchia, animata da un mercato dove si smarrisce la spiritualità. Al Museo di Israele sono esposti i famosi Rotoli del Mar Morto, mentre lo Yad Vashem è il museo dedicato alle vittime dell’olocausto. Splendido nell’allestimento, è molto duro psicologicamente. Struggenti le sale dei nomi.

4Lo shopping center Mall Mamilla è una strada per donale dedicata al lusso e alle piacevolezze. Trovate gli ultimi arrivi di Abercrombie e Ralph Lauren, bei caffè dove fare merenda con la shawarma, il tipico “panino”.

Mea Shearim, il quartiere degli ortodossi, è un viaggio nel tempo. Sembra di tornare nell’Europa orientale del XVIII secolo, fra gente che rifiuta la tecnologia e anche, ma questo non si vede, di pagare le tasse. Uomini con ciocche di capelli alle tempie e cappottoni neri donne in abiti lunghi a capo coperto. Vestire in modo adeguato.

Per chi è stanco della cucina mediorientale, fra i ristoranti migliori ci sono il marocchino Darna (pastilla, couscous, tajine) e l’argentino El Gaucho.

3L’America Colony Hotel è un tempio dell’ospitalità. La galleria di foto è spettacolare, con personaggi che hanno fatto la storia e amato Gerusalemme: da Churchill a Ingrid Bergman, da Bob Dylan a Gorbaciov. Splendido, per cenare, il cortile. Interessante il negozio di antichità.

Emek Refaim è una vivace strada di German Colony, sempre affollata di giovani. Va bene per lo shopping e per la cena. Anche all’italiana: il posto migliore è Luciana.

Con un’ora di macchina si arriva a Mineral sul Mar Morto, stazione termale dove Ahava, famosa casa cosmetica, ha un frequentato outlet con forti sconti. Poi si prosegue per Ein Gedi, per un bagno faticoso ma divertente, tenuti a galla dalle acque a forte concentrazione salina.

Betlemme è a 8 chilometri, governata dall’Autorità Palestinese. La Basilica della Natività merita una visita: la grotta è commovente, i francescani gentili. Meglio un taxi con autista palestinese che un’auto noleggiata: andata, ritorno, visita della città constano circa 300 shekel, 60 euro.

Sul Monte degli Ulivi, la mattina presto, c’è la luce giusta per veder brillare la cupola dorata simbolo di Gerusalemme. Il posto migliore è nella strada che dalla chiesa del Padre Nostro scende verso l’hotel Seven Arches.

Gerusalemme non è città votata alle follie notturne, ma ha locali interessanti. Haoman 17, gemello della più vivace discoteca di Tel Aviv, è il più frequentato ed ospita dj di successo. Sempre olto affollato anche lo Yellow Submarine.

Roberta Morano