E SE MIO FIGLIO È FRUTTO DI VIOLENZA… PERCHÈ NON ABORTIRE?

Immagine“Caro Padre, sono alcuni mesi che seguo settimanalmente la sua rubrica e i temi che tratta sono uno più interessante dell’altro. Ed è così che ho deciso di aprirmi per confidarle il mio dolore: sono una ragazza ormai trentenne, felicemente sposata e madre di due figlie. Quando non avevo neanche venti anni, ho subito uno stupro da alcuni sconosciuti e sono rimasta incinta.. Di questa violenza nessuno sa niente, neanche mia mamma. Non ho mai denunciato nulla! Mi vergogno terribilmente e provo ancora tanto dolore.. In quel momento ero veramente da sola e, quando mi sono accorta di essere incinta, non ci ho pensato due volte ad abortire. Oggi, mi porto sulla coscienza, due pesi: lo stupro e l’aborto.. Cosa devo fare padre? Ho sbagliato?”

Carissima, (l’emai ricevuta non è firmata!) questa, purtroppo non è la prima volta che ricevo un’email così intensa e carica di emotività. Prima di tutto, ti ringrazio per aver trovato il coraggio e la forza di aprirti. Non è facile e lo comprendo. Secondo, penso che questo debba essere il primo di alcuni grandi passi che devi avere il coraggio di fare. Hai trovato il coraggio di condividere questo dolore, ora è il momento di aprirti soprattutto con i tuoi genitori e con tuo marito, perché condividere significa amare! Poi, mi chiedi “ora cosa devo fare?” Prima di tutto ricordati che quelli che ti porti dentro sono sensi di colpa, dai quali devi assolutamente liberarti. Il nostro rapporto con gli altri, il nostro rapporto con Dio non può essere costruito sui sensi di colpa, o ancor meno sulla paura. La paura non fonda l’amore, anzi lo distrugge.
Ed allora cosa fare? Mi chiedi “ho sbagliato”? Non importa ciò che è successo… L’importante è ciò che succederà. Desidero solo, a scanso di equivoci, proprio per non instaurare nei nostri lettori, dubbi o perplessità, ricordare ciò che successe alcuni decenni fa’ in un convento di Suore Clarisse dell’ antica Bosnia Erzegovina. Erano ormai anni che si perpetuava una vera e propria guerra civile, fondata purtroppo da divisioni razziali e religiose. Certamente i più grandi lo ricorderanno. Un convento di Suore Clarisse fu invaso da alcuni soldati che per rendere sacrilego ogni gesto, stuprarono tutte le suore di questo convento, con ogni sorta di violenza e malvagità. Ebbene, alcune di queste suore, dopo alcuni mesi, scoprirono di essere incinta e scrissero una lettera al Santo Padre Giovanni Paolo II, circa l’atteggiamento da assumere. Ed egli scrisse una bellissima lettera in cui ricordava e ribadiva in maniera ferma che “la vita in ogni stadio e in ogni momento è sacra!” e di conseguenza consigliava alle consacrate di portare a termine la loro gravidanza. Ogni vita, anche quella che è frutto di violenza, è dono di Dio. Il Talmud, uno dei libri sacri, recita così “Chi salva una sola vita, salva il mondo intero!” Ed allora, cara amica, non scoraggiarti rialzati e cammina, va da un buon sacerdote ed apri il tuo cuore per ritrovare la pace e la grazia di Dio. Il mio augurio è che questa email possa essere letta da quelle giovani donne (ce ne sono centinaia ogni giorno!) che per vari motivi, personali famigliari o economici, in questo momento, stanno pensando di “uccidere” la vita nel proprio grembo. Spero tanto che queste poche righe, servano almeno a salvare una vita!

A cura di Padre Claudio Marino