CIBUS: una terra di gusti e sapori

Parma. Dalla nostra inviata Sabrina Abbrunzo.

Spenti i riflettori sulla attesissima fiera biennale “CIBUS” di Parma, si definiscono al meglio i successi della 17° edizione del Salone Internazionale dell’alimentazione; una 4 giorni di eventi, meeting, scambi culturali, che pino 1hanno caratterizzato ed affiancato numerosi espositori di casa nostra, specialisti nel settore, pronti a conquistare i mercati mondiali. La collaborazione tra AEFI (Associazione Esposizione Fiere Italiane) e Fiere di Parma,  hanno rinnovato con grande impegno la manifestazione parmense, capitale di  incontro tra sapori, tradizioni ed innovazioni nel settore agroalimentare. CIBUS è un panorama di iniziative, che mira a promuovere e sostenere le aziende Italiane all’estero. Inoltre, la confermata presenza dell’ICE-Agenzia, ha  favorito  positivamente l’immagine del Made in Italy nel mondo, ed essendo partner di associazioni, consorzi ed enti territoriali, ha curato tutti i contatti commerciali tra le stesse e con quelle Estere garantendo la presenza  di buyers provenienti da 115 paesi stranieri, come gli Emirati Arabi, l’Australia, Messico, Stati  Uniti d’America, Svizzera, Brasile, Giappone, Asia,Germania e Francia. I dati parlano di 2700 aziende, che nonostante il momento critico, hanno investito per incontrare oltre 63.000 esperti del Food e Retail; dati enormemente in crescita rispetto all’anno 2012 tanto da testimoniare l’importanza del salone alimentare sul mercato.

pino 2Gli espositori hanno avuto modo di incontrare di persona i visitatori, approfondendo temi come la qualità, provenienza e la lavorazione dei prodotti, valorizzandone tutte le caratteristiche nutrizionali, nel rispetto della salute. In grande crescita è risultata, in special modo, l’alimentazione  biologica, dove sono stati dedicati ampi spazi all’interno della fiera, che educano a mangiare bene ma anche sano, infatti in un momento in cui aumentano le intolleranze alimentari, il mercato della ristorazione e del Food veloce  non si lascia trovare impreparato, anzi  riesce ad abbinare più fattori contemporaneamente quali il gusto, la salute e il restayling della presentazione dei loro piatti, accattivandone l’attenzione del grande degustatore. Il BIO, che ormai ha sfondato senza dubbio la porta del futuro, spazia  in tutti i settori, dalle farine alla frutta e verdura, prevalentemente a km 0, dall’approfondimento di paste senza glutine e spazi dedicati ai vegetariani e vegani, per finire ai prodotti dolciari, con anni di studi e ricerche alle spalle al fine di essere competitivi sul mercato e diffondere con i certificati di tracciabilità le pino 3sue alte  qualità. Chef di eccellente fama, come Giancarlo Vissani, Carlo Cracco e Davide Oldani hanno dato vita e forma, con le loro performance artistiche,  ad eventi culinari mettendosi poi a disposizione e creando una sinergia con chi voleva saperne di più . L’obiettivo di tutte le aziende espositive che vanno  dagli oleifici, acetifici e pastifici, alle aziende vinicole e agriconserviere e tante altre è stato quello di combattere la crisi, la  contraffazione e mirare all’esportazione tenendo alta la bandiera italiana famosa e contesa in tutto il mondo. A tale proposito  non potevano di certo mancare le prelibatezze campane, che per i caseifici, riescono a distinguersi tra i tanti espositori, perchè quando si parla di Mozzarella di Bufala, si parla della Campania. Grande vetrina espositiva anche per il famoso liquore beneventano STREGA che tiene ancora il primato del suo esclusivo ed inimitabile sapore. Impareggiabili i maestri pizzaioli, che con prodotti base di qualità, quale la farina del mulino di campagna, i pomodori baciati dal sole ed il Fiordilatte dal sapore dolce e delicato, decorato dalle insostituibili foglie di basilico, rimangono sempre ai primi posti della classifica mondiale. Al Cibus 2014 hanno presenziato anche  i grandi giganti del settore pastificio  come Lucio Garofalo, Pasta Rummo di Benevento, che con oltre 4860 analisi di qualità fatte ogni anno ed i suoi 160 anni di esperienza, vanta una pasta con una lunga tenuta di cottura, che esalta qualsiasi tipo di condimento. Mentre immancabile, come in altre fiere di settore, è stata l’originalità dello stand della Fabbrica della Pasta di Gragnano, che ha attratto tantissimi curiosi, un allestimento che ci ha portato indietro nel passato (una Fiat 600 degli anni 60 e  un originale ed antico appoggia-pasta usato per il trattamento dell’asciugatura della stessa), ma con la caratteristica dell’inserimento di  novità produttive, come gli spaghetti al profumo di limone di Sorrento e i conchiglioni rigati, dal formato gigantesco, unici sul mercato. Non a caso intervistando il  mastro pastaio Antonio Moccia, titolare dell’azienda, ci ha descritto l’amore per questo lavoro, tramandato dal proprio padre, che lo ha spinto dopo un lungo periodo lontano dalla scena (dal 1994 al 2007) a riprendere le tradizioni e un sogno, ed ha quindi pino 4iniziato dal padre con il salire su un’unico treno che lo porta verso l’ascesa del successo, facendo nascere  la ricerca di nuove idee e la collaborazione con la famosa azienda  CUKI (vaschette in alluminio per la cottura al forno di cibi) che permette di esaltare la qualità delle lasagne cotte al forno in contenitori “moderni” rispettando e preservando il gusto della tradizione.

Denominatore comune della fiera è stata la voglia di rinascere dalla crisi; la forza di volontà di mettercela tutta per non affondare in questo mare di incertezze di mercato e cali di consumo, ma prepararsi professionalmente all’EXPO 2015. La città di Parma si è anche trasformata in una fiera nella fiera, denominata CIBUSLAND dove ha creato un percorso di itinerario gastronomico iniziato sabato 3 maggio e conclusosi giovedì 8 maggio, con eventi ed appuntamenti tra arte e cibo nelle più belle piazze del centro storico. Chi ha preso parte al CIBUS non ha  saputo resistere agli odori e sapori che hanno invaso questo grande pianeta di prelibatezze  con i più bravi show cooking, dove è stato difficile non cadere in tentazioni; infatti, anche se i dialetti erano tanti quanto, sono le regioni che hanno aderito, e tante le lingue straniere presenti per le socializzazioni con gli  operatori delle  aziende italiane, il dialetto comune a tutti è stato la “Degustazione” da uno stand all’altro di Eccellenze Italiane che non hanno  bisogno di traduzioni.

Sabrina Abbrunzo