Castellammare del Golfo vero “paradiso”

Lo slogan è visibile appena entri nel porto di Palermo: Sicilia….terra d’amare. E’ la terra del Gattopardo di Tomasi di salvatore 1Lampedusa, reso celebre dalla versione cinematografica di Luchino Visconti, è la terra di Pirandello, di Sciascia, di via D’Amelio e di Capaci, dove si muore per la legalità, è la terra di Montelepre, dove ancora oggi si cerca la verità, è la terra di Camilleri e del suo Montalbano, è la terra dei migranti, approdo della disperazione, è la terra degli acquaroti, benedetti dai turisti da un sedicente Dio dell’acqua. E’ la terra dei contrasti. Arrivarci ci si sente un po’ Ulisse che ritrova la sua Itaca e magari qualche Penelope in più. Ad appena 60 km. da Palermo splende uno spicchio di Sicilia scorticato dal sole e magnificato da una bellezza incontaminata, seducente, armoniosa, struggente e temeraria, capace di sfuggirti e di affascinarti con i suoi paesaggi mozzafiato, le sue scogliere a picco sul mare realizzate dal volere divino. E’ Castellammare del Golfo, piccola ridente cittadina situata in provincia di Trapani, elevata da pochi anni al rango di “luogo di villeggiatura” dalla media borghesia palermitana. Lontana dai fasti internazionali della non vicinissima Taormina e salvatore 2Giardini Naxos, vanta agli occhi del mondo, un “unicum” di assoluta bellezza: la Riserva Naturale dello Zingaro. La spettacolarizzazione dei suoi 7 km. di coste, grotte, insenature, attira ogni anno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo, mentre una nautica da diporto non sempre rispettosa dei regolamenti che tutelano questi patrimoni dell’umanità affolla il sito durante l’intera giornata. Altro tesoro assoluto di Castellammare del Golfo è il suo porto. Uno specchio d’acqua racchiuso tra le sue montagne. La somiglianza con quello dell’isola greca di Kastellorizo è impressionante, mentre in alto il sito di Balaita di Baita invita i turisti ad escursioni continue. I richiami ancestrali dei pescatori che danno “la voce” per la vendita del loro pescato lascia intuire antiche dominazioni che hanno lasciato un’impronta indelebile nel loro salvatore 4animo. E’ l’anima araba che parla, come il Castello-fortezza che si erge imperioso a ricordare un passato che non c’è più, le loro cantilene sono un richiamo irresistibile per i compratori. Una mercanzia costituita anche da piccole cose provenienti da orti a conduzione familiare. Cosa dire poi della gastronomia siciliana, altro che “nouvelle cousine”, tanti i piatti dalla chiara influenza araba, come l’agro-dolce, sapori di una delicatezza estrema. Una Sicilia tutta da bere insomma, soprattutto una Sicilia d’amare……..

 

 

A cura di Salvatore Cutolo