Casa: tappeti d’autori raffinati

Il tappeto accompagna da sempre la storia dell’uomo e affonda le sue radici nell’arte e nella religione. Oggi rappresenta spesso un ornamento prezioso delle nostre case. Ma i suoi significati sono ampi e profondi. Per esempio si racconta che CASA2ci siano voluti tre anni e tre tessitori per realizzare il famoso tappeto di Ardebil, custodito in una delle sale del Victoria and Albert Museum di Londra. Nell’osservare i motivi geometrici e i colori di questo pezzo unico (annodato a mano nell’omonima città persiana intorno al 1530 d.C.), all’epoca destinato a una moschea, si capisce appieno come i tappeti fossero in primis opere d’arte. Facendo un balzo nel tempo di circa 500 anni, è facile notare come i tappeti abbiano cambiato foggia – non tutti sono fatti a mano –, tonalità e motivi, adattandosi all’evoluzione profonda che ha interessato il mondo dell’arte.
La tradizione
Nel corso delle varie epoche il tappeto ha via via abbandonato la semplice funzione di proteggere i pavimenti o di difendere dal freddo chi vi cammina sopra per trasformarsi in un elemento paragonabile a tutti gli effetti ad un quadro. Da godersi con lo sguardo rivolto a terra ma anche alle pareti, come un moderno arazzo. All’ultimo Salone del Mobile di Milano è stata per esempio presentata una coloratissima collezione di tappeti firmati Linde Burkhardt: l’eclettica designer tedesca ha realizzato questi pezzi ispirandosi alle opere di Fernando Pessoa. Nei suoi tappeti rivivono le atmosfere e i personaggi delineati dalla penna del poeta portoghese in un trionfo di colori contrastanti, tra linee morbide e geometrie squadrate. Se la pittura è spesso un’ispirazione, in alcuni casi gli stessi designer chiamati a progettare i tappeti rendono questi pezzi delle vere e proprie opere d’arte nell’ambito del design: i fratelli Campana hanno realizzato il tappeto Sushi Round che gioca con le stratificazioni tipiche dei rotolini giapponesi nel creare un motivo che certo non passa inosservato. Colorato e CASA 1divertente anche il tappeto in lana che punta ironicamente sulla somiglianza con le liste di legno che compongono i parquet: è disponibile in cinque tonalità, che spaziano dal rosso al grigio, e in tre dimensioni. Tom Dixon e Jaime Hayon, due grandi nomi del design internazionale, hanno invece puntato su altri dettagli: Dixon ha realizzato un tappeto, Tube, dal forte impatto grafico che gioca con i contrasti tra verde e nero. Hayon ha invece scelto un motivo floreale molto sofisticato (il tappeto Silhouette è in lana e seta, annodato a mano) sui toni dell’oro.
In Oriente
Le categorie decorative della tradizione orientale sono due: i tappeti geometrici e quelli floreali. I motivi sono generalmente semplici e spesso formati dalla ripetizione degli stessi elementi. Come nelle altre arti si tratta della forma più primitiva di decorazione e i suoi elementi sono generalmente frutto di antichi retaggi tribali. I tappeti floreali nacquero invece agli inizi del XVI secolo con l’introduzione di nuove tecniche e tecnologie che permisero l’esecuzione di motivi curvilinei e quindi di una maggiore densità di nodi. Le decorazioni, a differenza dei tappeti geometrici, nascono dall’artista che disegna e colora i cartoni: l’Ustad, il maestro decoratore che poi affida il suo progetto agli artigiani addetti all’annodatura. Entrambe le tipologie annoverano le stesse strutture decorative del campo: a tutto campo, con una decorazione uniforme per tutto il campo del tappeto. A medaglione centrale, dove al centro del tappeto viene posto un grande elemento principale. A volte i medaglioni possono essere ripetuti più volte, solitamente mai più di tre volte. Da preghiera, che presentano il mihrab, ovvero il campo composto a nicchietta. Ad alberi, motivo utilizzato anche nei tappeti da preghiera. Ad animali: nei tappeti geometrici si tratta solitamente di animali legati alla vita dei nomadi