Cancro al seno, s.o.s prevenzione al Sud

“Prevenire è meglio che curare”. Mai un detto si è rilevato più giusto in campo medico. La prevenzione in medicina si divide in due grandi categorie: primaria e Secondaria. La prevenzione primaria  mira a ridurre l’esposizione a specifici SALUTE 1fattori eziologici in maniera tale da impedire, per esempio in un tumore, l’insorgenza del danno genetico che conduce allo sviluppo delle cellule maligne. Si attua principalmente  mediante modificazioni comportamentali come: smettere di fumare e ridurre il consumo di alcol. Quella Secondaria, invece, mira a diagnosticare la malattia in una fase precoce, quando cioè sono maggiori le chances di guarigione. Questa si effettua attraverso gli screening di massa, come ad esempio la mammografia. Questo esame serve per individuare, in tempi utili ai fini della migliore terapia possibile, lesione cancerose  e cisti. Consiste in una semplicissima radiografia con una bassa dose di raggi X. È stato dimostrato che la mortalità per tumore al seno è ridotta per chi si sottopone all’esame, proprio in quanto si riesce ad identificarlo precocemente. Oramai v’è una maggior attenzione, anche a livello mediatico, circa l’importanza che ricopre questo genere di prevenzione; ma questo non basta e v’è sempre una certa voglia di rimandare questo genere di test. Molte donne preferiscono, un po’ come gli struzzi, mettere la testa sotto la sabbia facendo finta che tutto va SALUTE 3bene; ma con la salute non si scherza.

In Italia, ed in particolar modo al Sud, la prevenzione resta ancora un semplice slogan da campagna pubblicitaria. I dati infatti indicano che ben 6 donne su 10 disattendono alla mammografia e non solo. Sotto la media nazionale troviamo anche altri importanti esami come il pap test.

I dati infatti indicano che nel 2005 il tasso di mammografia per le donne di 40 anni e oltre (età in cui genere e consigliabile sottoporsi ad uno screening periodico) è stato del 70.9% a Bolzano, del 69.8% in Emilia Romagna, del 69.7% a Trento. I dati invece al Sud sono spaventosamente più bassi. La Sicilia, regione con la percentuale più alta, raggiunge appena quota 36.9%. Il dato più basso lo si registra invece in Campania, con il 36%.

SALUTE 2Una differenza allarmante che rende, di fatto, le donne che vivono nelle regioni meridionali molto più a rischio di ammalarsi rispetto alle connazionali residenti al Nord.

È doveroso in questo quadro segnalare alcune azioni meritevoli come quella della Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori. Come ogni ottobre, oramai da 18 anni, la LILT promuove la campagna Nastro Rosa offrendo visite specialistiche ed esami strumentali senologici nei 395 punti-ambulatorio sul territorio nazionale. Approfittare di questa opportunità è di fondamentale importanza.

Di Alessia Viviano