Brunella D’Auria, con la personale “NeancheUnaParola”

DSCI8967Nell’elegante spazio di Gennaro Castiglione e Cesare Molinaro, la NAI arte contempranea, al 23 di via Chiatamone, fino al 30 aprile sono protagoniste le opere evocative e raffinate di Brunella D’Auria, con la personale “NeancheUnaParola” (infoline 0817169479 – www.naiartecontemporanea.it – info@naiartecontemporanea.it). L’esposizione, un preciso percorso che racconta questo universo parallelo, fatto di sogni, desideri, amarezze e speranze, è scandita da opere di diversa natura, dai dipinti, elaborati procedimenti di stesura cromatica su tela, alle sculture, materiali pesanti in forme e oggetti di design, resi con delicatezza e fluidità, capaci, nonostante questa nuova natura, di non perdere la propria essenza materica, fatta di solidità e spessore. «I miei lavori nascono da un momentaneo malessere interiore. E nel crearli, nell’atto di realizzarli, mi guariscono, placano la mia inquietudine, mi fanno star bene». È con queste parole che Bruia descrive la sua arte, fatta di dettagli, di calore e amore, di attenzione ai particolari, esaltati, esasperati, enfatizzati; anche per questo costume certosino ama definirsi artigiana e non artista: «questo è un lavoro che si fa con le mani, dove ci si sporca, dove ci si immerge completamente». Calarsi nelle ombre dei suoi lavori significa imbarcarsi per una traversata lunga, partire alla volta di un mare oscuro, denso di mistero e pericoli, ma anche seducente e vibrante, vivo e potente, alla volta di un mondo nuovo, sconosciuto, fatto di ferro, catrame, cere, pietre, vino, caffè, e persino peli animali, e popolato da figure fiabesche, prototipi di soggetti mitici, dalla DSCI8968strega Grimilde al Grillo parlante, passando per La bambola. A contornare questi personaggi ambigui ci sono le parole, autentiche protagoniste della mostra, fulcro di ogni lavoro, obiettivo autentico di Bruia: “Parole al guinzaglio, sottovuoto, bendate, imbavagliate, sommerse da una spessa coltre protettiva che ci rende sordi, distanti, falsamente presenti, freddi, inermi, svogliati, assenti, indifferenti”. Ed è proprio in questo breve ma profondo estratto del brano che accompagna l’esposizione, impreziosita da un raffinato catalogo con testo critico a cura di Diana Gianquitto, che si ritrova la forza della personale, un potere evocativo che si sostanzia di ritagli di giornali, libri o scritti, per apporre la parola più indicata, scelta ad hoc e posta scientificamente come guida nel sentiero che Brunella D’Auria invita ad intraprendere. «Il suo stile sofisticato non risente di tale accuratezza, infatti -spiega Molinaro-, risulta immediatamente comprensibile all’osservatore, che ne può cogliere il messaggio e apprezzare il lavoro in modo totale». A rendere ancora più suggestivo l’impianto espositivo è il gioco di luci che diffonde luminosità laddove la cromia si intimidisce DSCI8972e perde di vivacità, una sfumatura artistiche che la NAI arte contemporanea coglie ed esalta con straordinario talento per un allestimento speciale. Infine un ordito in ferro, maglia come gabbia, racchiude e imbriglia molti dei lavori, un’operazione dalla cura evidente che ammanta l’opera donandole un’ombra (in)naturale davvero molto seducente, un vezzo che sa di costrizione e si tramuta in pena perenne. Un’esposizione che merita d’esser vista, vissuta e fruita per la ricchezza emotiva che inevitabilmente infonde all’osservatore, anche più smaliziato.


Rosaria Morra