BERLUSCONI ED IL COLPO DI SCENA PER SALVARE IL GOVERNO

imagesProviamo a ragionare senza schemi e al di la’ delle parti. Il governo si trova in una morsa stritolante. Da una parte la crisi  che sempre piu’ ha bisogno di comportamenti coerenti da parte del Paese tutto. L’immagine di coesione nazionale diventa, appunto, nell’attuale congiuntura negativa, un toccasana vincente.

L’altro pezzo della morsa e’ raffigurato dall'”affare” giudiziario, ultimo in ordine di tempo, che fa capo al presidente del Consiglio. Stavolta il Cavaliere non e’ indagato, ma chiamato in causa dalla procura della Repubblica di Napoli come vittima di estorsione. Nessuna imputazione, ma la pericolosita’ mediatica  dell’evento sta superando di gran lunga, dato il momento politico, altre vicende che pur hanno visto Berlusconi in brutte acque giudiziarie. Pare che il “vittimismo da magistrati rossi”, che pur aveva fatto breccia nella pubblica opinione, non tiri piu’ come un tempo.

L’opposizione, d’altra parte, pur volendo mantenere un profilo basso dato il momento delicato, non puo’ non “darci sotto” nel chiedere l’andata a casa dell’esecutivo. Gli elettori non capirebbero morbidezze dettate da prudenza da crisi dei mercati. La richiesta di un “governo di salute pubblica” diventa allora una richiesta obbligata che sara’ sempre piu’ pressante e gridata. Finche’ pero’ il presidente del Consiglio avra’ la maggioranza in parlamento, anche di un solo voto in piu’, non pensera’ minimamente ne’ a elezioni anticipate, ne’ ad altri tipi di esecutivo diverso dall’attuale. Dal canto suo il presidente della Repubblica non potra’ far altro che prendere atto che la maggioranza ci sta e inviare  messaggi di ragionevolezza  e di sprone che gli faranno aumentare il consenso nella pubblica opinione, ma che non avranno effetto concreto sul governo del Paese.

Insomma, la situazione e’ ingessata come non lo e’ mai stata e potrebbe protrassi fino alla fine della legislatura con un ovvio logoramento di tutti i giocatori in campo. Primo fra tutti Silvio Berlusconi e il suo partito. Ai voglia al nuovo segretario del Pdl, Angelino Alfano, fare i salti mortali senza rete per avvicinare il partito alla gente. Se non si cambia qualche cosa il tonfo per il Pdl, ma anche per la Lega, e’ assicurato. Non avverra’ che i voti in libera uscita, almeno nella gran parte, andranno a beneficiare altre realta’ tipo il Terzo polo. Aumentera’ il livello degli astenuti, delle schede bianche e nulle, simbolo vero del decadimento di una democrazia parlamentare.

Ci vorrebbe un “colpo di teatro” immediato che allontani dal governo lo stillicidio giornaliero delle rivelazioni giudiziarie. Anche Bossi, se qualcosa non cambia nella maggioranza, sara’ costretto  – per salvare la pelle a stesso ed alla Lega – a passare dalle parole piu’ o meno scurrili ai fatti. Cioe’ a prendere le distanze dal Cavaliere, com’e’ gia’ avvenuto in passato.

Chissa’ cosa avra’ proposto al Capo il fido Gianni Letta. La “mente fredda” di Silvio certo avra’ fatto notare al presidente che in una tale morsa c’e’ bisogno di un diversivo strategico e non tattico. Non certo un decreto legge  per bloccare la diffusione delle intercettazioni telefoniche. Un qualcosa, insomma, di significativo che da una parte cambi l’attuale situazione, ma che dall’altra non sposti equilibri di potere. Un’invenzione alla Tommasi di Lampedusa: “cambiare tutto per non cambiare niente”

No, non un nuovo governo troppo complicato da mettere su. Nemmeno un governo di “alleanza nazionale”, o di salute pubblica che dir si voglia. Sarebbe un’ammissione di fallimento che l’attuale maggioranza non potrebbe mai accettare. Nemmeno le urne anticipate  potrebbero andare bene: con il clima attuale sarebbero guai per i partiti che sostengono l’attuale compagine governativa.

L’unica operazione possibile e’ una marcia indietro di Berlusconi. Solo lui pero’. Non l’andata a casa del suo esecutivo, ma uno scambio di ruoli tra il presidente del Consiglio dei ministri  ed il suo sottosegretario, Gianni Letta. Credo che un’operazione del genere potrebbe essere ben vista dal presidente Napolitano. Sempre meglio dell’attuale scenario che si va sempre piu’ a logorare.

Il Cavaliere avrebbe modo di poter gestire le sue beghe giudiziarie in posizione più defilata. Nello stesso tempo sarebbe comunque il Capo morale della coalizione, con buone possibilita’ di un recupero elettorale nel 2013.

Utopie? Si. Conoscendo il pensiero di Berlusconi un’ipotesi del genere e’ tutta da scartare. Sarebbe per lui non una mossa intelligente, ma una  sconfitta personale.

Insomma, un giocatore che non accetta di staccarsi dal tavolo da gioco se non con la vincita in tasca o con il tonfo totale, anche se nella la seconda ipotesi c’e’ il rischio serio del suicidio…politico, si capisce.

A cura di Elia Fiorillo