8 Marzo: Giornata internazionale dei diritti della donna
L’associazione “forti guerriere” donne che lottano per e con le donne. In memoria di Fortuna Bellisario uccisa barbaramente dal marito, oggi agli arresti domiciliari.
Anni di discriminazioni, soprusi, violenze. Anni di lotte, conquiste sociali, economiche e politiche, ma per quanti anni ancora ci dovranno essere donne che subiscono violenze nel silenzio delle proprie paure che logorano dentro tanto quanto le ferite sulla propria pelle? Per quanto tempo ancora le mura delle proprie case, il posto in cui sentirsi al sicuro, sarà invece un luogo da cui voler scappare diventando quasi una prigione ?Per quanto tempo ancora una donna crederà di avere la colpa di ciò che subisce, che quelle botte prese siano “meritate”? Durante il lock down gli omicidi che hanno avuto come vittima una donna si sono triplicati, arrivando ad un femminicidio ogni due giorni, un dato agghiacciante con il quale tutti dobbiamo fare i conti. Oggi 8 Marzo è la giornata internazionale dei diritti della donna, è la giornata di tutte le vittime, ma anche della lotta e di tutte le guerriere che hanno subito, e che subiscono cercando il coraggio di chiedere aiuto, si perché chiedere aiuto non è così semplice. Molto spesso si attribuisce alla parola “violenza” il solo significato di un atto puramente fisico, ma la violenza ha mille sfumature, mille facce di una stessa medaglia: la violenza psicologica, lo stalking, la violenza economica, fisica, sessuale, assistita, tutte mirate a provocare un danno, una sofferenza, alla privazione della libertà e dell’identità della donna stessa. Tra le tante vittime di femminicidio c’è Fortuna Bellisario 36 anni, che nel 2019 venne uccisa dal marito con una stampella, una violenza ed una ferocia tale da stroncare la vita di Fortuna, mamma di 3 bambini. Tutto si è svolto il 7 Marzo del 2019, nel rione Sanità nella casa dei nonni paterni. L’uomo Vincenzo Lo Presto, all’epoca dei fatti 41enne, fu condannato a 10 anni con rito abbreviato con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Oggi però, dopo solo due anni di detenzione Lo Presto è già ai domiciliari, proprio in quella casa che fu “teatro” della brutale morte di Fortuna. L’ennesimo duro colpo per la famiglia, che chiede con una manifestazione “silenziosa” –“In-giustizia per Fortuna” la revisione della sentenza, sia per la derubricazione dell’accusa da omicidio volontario a preterintenzionale, sia per i domiciliari concessi all’uomo in quanto ritenuto testualmente: ” Non socialmente pericoloso”. Sul corpo di Fortuna furono ritrovati numerosi segni di percosse antecedenti al decesso, segno che fosse vittima di violenza pretratta per anni. Fortuna purtroppo non ha trovato il coraggio di denunciare, di chiedere aiuto, ed è proprio per tutte le donne come lei che subito dopo la sua morte, la sorella di Fortuna, insieme a tante altre donne del rione Sanità hanno fondato “Le forti guerriere” associazione no profit che da aiuto e sostegno a tutte le donne vittime di violenza mettendo a loro disposizione tutti i mezzi per poter chiedere e ricevere l’aiuto necessario e alle quali soprattutto si cerca di dare coraggio, il coraggio di parlare, di raccontare, di non chiudersi in se stesse. L’associazione non è nata puramente per la Causa Legale, ma per aiutare e sostenere le donne, creando attorno a loro una rete di professionisti: avvocati, psicologi, assistenti sociali. L’associazione ha l’obbiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione, ma non solo. Durante la Pandemia, infatti, le “Forti Guerriere” si sono rese disponibili sul territorio consegnando viveri e beni di prima necessità alle famiglie in difficoltà. Gaetano Balestra assistente sociale, che da sempre supporta la fondazione ci dice: ” in molti casi di donne vittime di violenza la loro paura principale è per i figli, temono che denunciando questi le vengano tolti ma non è così, anzi, denunciando ci si preoccupa della propria incolumità ma anche di quella dei propri figli, perché la violenza assistita sia psicologicamente che legalmente è ritenuta una vera e propria violenza, se un bambino assiste ad uno schiaffo è come se lo schiaffo lo stesse subendo anche lui. Il mio consiglio è che se non ci si vuole recare direttamente alle forze dell’ordine, perché scatta una sorta di resistenza da parte della donna nell’esporsi in un modo così diretto, di rivolgersi ai centri antiviolenza e ai servizi sociali. Nel caso in cui ci fosse un’emergenza la protezione per se e per i suoi figli scatta subito, non si perde tempo, nel giro di mezz’ora scatta la protezione e questo sistema nella città di Napoli funziona davvero bene. È importantissimo parlarne a persone di fiducia, come appunto le forti guerriere”. La protesta “silenziosa “attuata dalle forti guerriere per l’in-giustizia per Fortuna è stata un esempio di grande dignità, fuori al Palazzo di Giustizia di Napoli, due donne, giorno dopo giorno si sono alternate con il loro striscione, nessun vociare, nessun assembramento, nessuna confusione. Solamente loro, la loro compostezza e dignità, il loro messaggi chiaro e la loro forza, quella” forza” che ogni giorno cercano di trasmettere a tutte quelle donne che credono di non averne più.
Rete Centri Anti Violenza del Comune di Napoli
A cura di Grazia Ritrovato
Telefono rosa :800864781 email: centriantiviolenza@cavnapoli.it