Il Picture disc

pd1Per chi non è molto appassionato di dischi in vinile, il termine “picture disc”, può non dire nulla ma sono molti quelli affascinati da questo formato di disco che ne diventano collezionisti.

Il “picture disc” è un formato speciale di vinile su cui viene impressa un’immagine invece che del solito colore nero. La storia di questi formati è molto particolare ed iniziata addirittura nei lontani anni’20.

Quando parliamo del picture disc ne apprezziamo soprattutto il valore come oggetto, spesso le immagini impresse sono davvero spettacolari ed impressionano spesso più che sulla
copertina, qualche volta mi è capitato di vedere appassionati di dischi in vinile alle prime armi, restare davvero attratti dal particolare formato (senza copertina) e dai colori.

Il picture disc come abbiamo detto ha debuttato nei primi anni ‘20, quando furono usati sperimentalmente per la pubblicità. Questi dischi erano semplicemente un foglio di pellicola sottile in vinile posto su cartone che poi venivano pressati.

Adolf Hitler anche ha pubblicato un 7 ” in picture disc con uno dei suoi discorsi di propaganda. Conosciuto come la “Patria”, su un lato troviamo l’immagine di Hitler, dall’altro lato, registrazioni di discorsi. Il valore commerciale di questo disco è intorno agli 800/1000 euro, prezzo giustificato dalla sua più che scarsa reperibilità in condizioni accettabili e dal suo interesse storico.

pd2Inventato negli anni quaranta, nel formato che si avvicinava molto a quello dei nostri giorni, da Tom Saffady con il “Vogue” Records di Detroit,il 1946 e il 1947 venivano venduti per 50 / 75 centesimi ciascuno ed avevano 74 titoli di artisti in catalogo, come Lulu Belle, The Charlie Shavers Quintet, e Patsy Montana, erano 10 “di diametro e costituiti da un piatto in alluminio, ma la riproduzione del suono restava sempre un po’ scarsa.

In seguito all’introduzione del vinile colorato, i picture disc cominciarono ad apparire nel 1970. I primi dischi con foto (e con una qualità audio accettabile, ma ancora inferiore) sono stati sviluppati da Metronome Records GmbH (società controllata da Polydor Records).e Il primo ‘moderno’ picture disc rock è stato il primo album del gruppo progressivek britannico Curved Air, “Air Conditioning” (1970).

Inizialmente l’LP fu stampato in sole 10.000 copie ed in alcuni casi conteneva un libretto con le note relative al disco stesso. Questa prima edizione viene scambiata per un controvalore in denaro intorno ai 60 euro mentre è intorno ai 20 euro per le successive edizioni (riconoscibili in quanto il numero di catalogo che compare sulla facciata “nera” è stato rimosso).

pd3Il primo disco in commercio invece con l’immagine di un artista quello di Elvis “Love Still Burning”, una raccolta di 11 canzoni come tributo di artisti vari, pubblicato nel maggio 1978.

Su alcuni picture disc, le immagini utilizzate sono state create per dare un’illusione ottica, mentre il disco ruota sul piatto (come nel lato B di Curved Air), mentre gli altri hanno ‘effetti visivi da aggiungere alla musica – per esempio , del 1979 picture disc di Fischer-Z, “The Worker”

Alla fine degli anni ’70 e negli anni ’80 l’edizione “Picture Disc” dell’ LP o del singolo diventò uno degli aspetti più importanti per ogni uscita discografica di tutti gli artisti più importanti o più noti al momento. Impossibile non citare la bella edizione USA del 1978 in questo formato di uno degli album che ha venduto di più in assoluto con oltre 40 milioni di copie, ovvero quel “The Dark Side Of The Moon” dei Pink Floyd, uscito originariamente nel 1973, il quale, anche se non risulta essere particolarmente raro (viene scambiato intorno ai 50 euro) rappresenta uno di quei pezzi da avere assolutamente nella propria collezione di Picture Discs (Capitol cat. SEAX-11902). Come la maggior parte dei Pictures usciti alla fine degli anni ’70 negli Stati Uniti anche questo era dotato della copertina ritagliata centralmente (die-cut sleeve) al fine di poter vedere direttamente il vinile e con le note sul retro.

pd4Con l’arrivo degli anni ’90 e la scomparsa dei dischi in vinile, la produzione di questo particolare formato è stata di nuovo usata per campagne di promozione stampati in piccoli lotti. Anche durante questo periodo, il mercato ha visto un enorme aumento non autorizzato come i “bootlegs” (stampe pirata). La maggior parte di questi dischi sembrano aver avuto origine dalle regioni europee e asiatiche.

Ce ne sarebbero di cose da dire sui pictures, personalmente colleziono quelli degli anni’80, che hanno visto una notevole produzione di questo formato, soprattutto in qualche caso, il valore è superiore al disco stampato e impacchettato con la copertina perché ovviamente pressato in minor numero di copie e a volte con immagini diverse dalla copertina, per non parlare del sagomato, cioè tagliato in forme particolari.

Oggi con internet non è difficile, iniziare la propria collezione senza muoversi da casa e portarsi a casa un pezzo di “vinyl art” e come spesso avviene, appenderlo al muro per il piacere della vista.

A cura di Antonello Elia