Wi-Fi libero: possibile? Sì, ma non completamente

weCari giovani lettrici e lettori di Donna Fashion News, come tutti speravamo forse è giunta l’ora anche per l’Italia di ridurre le distanze con la tecnologia europea e cercare di porre rimedio al gravissimo digital divide (ovvero, il divario tra chi ha accesso effettivo alla tecnologia e, più in particolare, a Internet, e chi ne è escluso) presente nel nostro Paese. L’occasione è data dalla scadenza, il 31 Dicembre di quest’anno, del Decreto Pisanu, che ha posto restrizioni durissime allo sviluppo e all’utilizzo del Wi-Fi libero, penalizzando non poco i progressi sul piano dello sviluppo tecnologico dell’Italia e imbrigliando lo sviluppo di una rete Internet senza fili libera e veloce, seppur per ragioni di sicurezza nazionale: il decreto venne infatti introdotto nel 2005 in seguito agli attentati terroristici di Londra, quando Giuseppe Pisanu, allora Ministro degli Interni, stabilì che con tutta probabilità Internet fosse il mezzo principale con cui i terroristi organizzavano gli attentati; ulteriore spinta verso l’apposizione di paletti severissimi, la conferma che il commando delle Brigate Rosse responsabile dei delitti Biagi e D’Antona aveva utilizzato sistematicamente connessioni pubbliche per pianificare le proprie azioni. Tuttavia, secondo il ministro Maroni, è probabile che per il 1° Gennaio 2010 si arrivi ad un compromesso tra le esigenze di sicurezza e la necessità di una completa liberalizzazione del Wi-Fi, per cui il decreto non verrà rinnovato. Il parlamentare Roberto Cassinelli dichiara: «Il governo ha capito che la diffusione di internet è cruciale per la crescita del Paese e che il decreto Pisanu non è compatibile con le esigenze e le caratteristiche delle nuove tecnologie. La scelta di modificarlo dà slancio all’Italia ed è una vittoria di tutta la rete» .
Ma di certo la necessità di sicurezza non cederà completamente il passo alla navigazione libera: a quanto pare, al contrario di quanto avviene negli altri Paesi, quali ad esempio Francia, Germania e persino lo stesso Regno Unito, l’identificazione rimarrà il principio cardine per l’uso del Wi-Fi: solo, verranno aboliti i codici prima necessari per l’accesso alla connessione, che servivano alla schedatura degli utilizzatori, e l’obbligo per gli erogatori dei servizi di Wi-Fi (tra i quali bar, ristoranti e locali, ma anche parchi cittadini) di tenere un registro dei naviganti e del loro traffico; al loro posto verranno introdotti nuovi metodi, che dunque solleveranno dai pesanti oneri e dalle scartoffie i gestori, anche se di una totale liberalizzazione non si potrà parlare, causa sempre ragioni di sicurezza pubblica (nonostante sia stata ampiamente comprovata l’inefficacia del Decreto Pisanu contro il terrorismo). I nuovi metodi ed obblighi di sicurezza sono ancora in via di pianificazione, e saranno decretati entro Dicembre; ciò che è certo, è che essi saranno meno limitativi, e dovrebbero (finalmente) favorire il fiorire degli hot spot.

A cura di Germana de Angelis