Violenza sulle donne: la necessità di reagire

Siamo nel 20 secolo e ancora la violenza sulle donne è un argomento scottante.
Poche donne hanno il coraggio di denunciare i loro aguzzini in quanto spesso sono vittime di mariti, parenti, fidanzati donnae  o amanti.
La denuncia è la prima azione da compiere, ma da sola evidentemente non basta. È necessario prendere tutte le precauzioni per la propria incolumità, soprattutto cercando di non rimanere sole con la persona che si teme, uscendo allo scoperto ed evitando di provare ingiustificati sensi di colpa.

Se la situazione è sgradevole, ma non ancora irrecuperabile, da prendere in considerazione sono anche i provvedimenti civilistici che il giudice può imporre su istanza di parte: i cosiddetti “ordini di protezione contro gli abusi familiari”. Sostanzialmente il giudice, con un decreto, può porre un freno alle violenze del partner, anche disponendone l’allontanamento dalla casa familiare, e perfino prescrivendogli di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla sua vittima, come il luogo di lavoro, il domicilio della famiglia d’origine o di altri prossimi parenti, la scuola dei figli e così via. L’ordine di protezione, in attesa di eventuale pronuncia sulla separazione, può anche contenere dei provvedimenti economici per sostentare la persona che sia economicamente dipendente dal proprio aguzzino, anche con versamento diretto dal datore di lavoro al beneficiario.

è necessario un processo di innalzamento del livello culturale, affinché ogni donna possa pretendere il rispetto della propria persona, consapevole che si tratta di un diritto fondamentale.

Cinzia peluso