Un anno dedicato a Don Giustino – VEDI IL VIDEO

Presso la sala conferenze del Centro Don Giustino si è svolta la  Conferenza Stampa di  presentazione dell’”anno centenario del sacerdozio del Beato Don Giustino e della fondazione del Vocazionario” una giu 2sfida  profetica per il nostro tempo Dove l’emergenza educativa e spirituale si pone come una questione urgente  della  societa.  Don Giustino è un elemento imprescindibile di questa risalita verso mete più decorose e degne di una dimensione umana e spirituale

I lavori sono stati coordinati dal Prof. Gianni Palmers responsabile della comunicazione, la parola subito al Padre generale dei Vocazionisti Rev. Antonio Rafael Do Nascimento il quale ha ben illustrato il lavoro che ogni giorno instancabilmente portano avanti i Padri e le suore vocazioniste ormai in tutto il mondo. Gli appuntamenti di quest’anno nel dettaglio sono stati presentati alla stampa dal Presidente del Centro Studi Vocazionista Don Salvatore Musella. I saluti della Madre Generale delle vocazioniste, impegnata a Roma, sono stati portati da Suor Teresa Soria, giornalista e direttore della rivista edita dalle vocazioniste. Oltre ad i colleghi presenti in gran numero anche una delegazione di ragazzi dell’istituto F. Russo con la redazione del Tg scolastico.

giu 1Durante l’incontro l’augurio di tutti i presenti è stato quello di pregare per la canonizzazione del sacerdote napoletano. Don Giustino Russolillo, oltre al miracolo che gli ha conferito la beatificazione, ha sempre agito con fare prodigioso durante la sua permanenza tra la gente a Pianura. Ciò che potrebbe, a giusta ragione, definirsi un miracolo permanente e itinerante è stato il riscatto da una vita umile e predestinata offerta ai tanti devoti conterranei che lui curava e guidava verso la santità universale. Egli amava esortare chiunque incontrasse con la frase “fatti santo” intendendo con essa una promozione personale attraverso la riscoperta della dignità umana e dell’appartenenza ad un disegno divino ai più imperscrutabile ed inafferrabile. A Pianura gli stessi cittadini che, con enormi sacrifici, avevano dimostrato la dedizione alla Chiesa cattolica (basti pensare al contributo fatto per l’edificazione della monumentale chiesa di San Giorgio), si affidavano con profonda devozione al parroco don Giustino consapevoli che egli operava con bontà e saggezza anche per affrancarsi da una giu 3vita segnatamente contadina e senza grandi prospettive in campo sociale. Nella sua scia, tutti quelli che non rispondevano alla chiamata sacerdotale, hanno trovato l’occasione per affermarsi, con ruoli sociali di rilievo, attraverso lo studio che, in quel tempo, rappresentava un lusso ed una “divagazione” dal necessario lavoro dei campi. Possiamo ben dire che Don Giustino ha avuto un profilo innovatore in un mondo spesso arretrato e stagnante con l’arma della preghiera ma soprattutto dell’autopromozione nella prospettiva di un comune senso di appartenenza per il bene ed il progresso comune. In quest’ottica si concepisce il suo convinto tentativo di dare vita ad una comunità che è poi sfociato nella dimensione del Vocazionario dove trova spazio e compimento la consacrazione e la riscoperta del potenziale umano come servizio per la collettività. Oggi la sua opera sociale, sul solco da lui segnato, continua in tutti i paesi del mondo attraverso le missioni vocazioniste dei suoi figli e figlie, con una particolare dedizione ai poveri e ai meno fortunati.

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