SUDAFRICA 2010 AL VIA..UN’ ITALIA A 5 STELLE

asdNon è l’ultima catena alberghiera in stile “made in Italy”, né una campagna di propaganda del movimento politico “Cinque Stelle” di Beppe Grillo. E’ piuttosto una speranza, la speranza dell’ Italia calcistica, di quell’Italia che ogni quattro anni accantona gli antichi dissapori del campionato nostrano, le rivalità infracittadine e le polemiche arbitrali per rincorrere un sogno. E’ proprio quel sogno, vincere i mondiali, che risveglia il sentimento nazionale spesso celato dal divampante localismo di questi tempi. I miracoli del calcio, fattore di coesione e coadiuvante di un popolo mai così socialmente e politicamente diviso come oggi. Fu proprio in quella magica notte berlinese di 4 anni fa che ci sentimmo “fratelli d’Italia”, ed è questo l’obiettivo degli azzurri in Sudafrica: replicare quello storico successo. Certo, alzare nuovamente la coppa, per gli eroi di Berlino, significherebbe passare dalla storia alla leggenda. Quinto titolo iridato , il secondo consecutivo. Miracolo calcistico che ha un precedente: l’Italia campione del mondo del 1934 bissò nel 1938. Altri tempi. L’Italia della “renovatio” lippiana, approdata a Johannesburg mercoledì, è un mix di giovani non troppo affermati e di reduci dall’impresa tedesca. Il ct viareggino ha lasciato a casa talenti indiscussi come Cassano e Balotelli, capaci di estrarre il colpo dal cilindro, di infiammare la platea, ma al tempo stesso di creare tensioni e rivalità all’interno dello spogliatoio. Caratteri ribelli poco inclini alla politica di ferro del generale Lippi. Una nazionale senza fantasia insomma, tutta corsa e muscoli, che come nella tradizione bada prima a non prenderle e poi, se si può, anche a darle. Già, la tradizione, perché spesso le rappresentative di calcio incarnano a pieno lo spirito e il carattere di una nazione. Mai stati campioni di coraggio, storicamente siamo un popolo a cui non piace rischiare, che predilige andare sul sicuro. Compiamo grandi imprese solo spinti da grandi stimoli, proprio quando bistrattati riscopriamo il tanto agognato orgoglio. Carattere opposto a quello dei brasiliani, storici rivali, popolo carnevalesco e fantasioso che pratica un calcio a ritmo di samba. Argentini e inglesi non hanno bisogno di stimoli per risvegliare il sentimento patriottico, da sempre fieri delle loro origini. Questo dunque ci regalerà il mondiale in Sudafrica, il primo della storia in terra africana: scontro tra culture e tradizioni differenti. Trentadue squadre , ciascuna espressione della propria nazione. E magari chissà, sarà ancora una volta il popolo dei piagnoni ad avere la meglio e a cucire sul petto la quinta stella. Forza azzurri, da lunedì siamo nuovamente tutti Fratelli d’ Italia.

A cura Di Piero Bonito Oliva